Pechino. Un direttore conduce l'orchestra davanti ai delegati, per l'inno nazionale. Sessione di chiusura del 19 ° Congresso nazionale del partito comunista cinese (LaPresse)

Indiscrezioni e più figli per tutti al Congresso cinese

Eugenio Cau

Domani il presidente mostrerà al mondo la sua nuova squadra d’élite che governa sulla Cina con mano onnipotente, il Comitato permanente del Partito

Roma. Oggi, alla chiusura del 19esimo Congresso del Partito comunista cinese, si inizieranno a intravvedere i risultati dell’evento politico al tempo stesso più importante e meno trasparente dell’anno. Si saprà, per esempio, se l’ideologia politica di Xi Jinping sarà inserita nella Costituzione del Partito in maniera eponima, cosa che eleva il presidente al rango di nuovo Mao, e con quale titolo ufficiale. Ma le novità più succose ci saranno solo domani, quando il presidente mostrerà al mondo la sua nuova squadra d’élite che governa sulla Cina con mano onnipotente, il Comitato permanente del Partito. Si sono scritte molte cose sulla possibile e segretissima composizione del Comitato in questi mesi, perché in base agli uomini (saranno tutti uomini, questo è certo) che usciranno nella Grande sala del popolo si potranno capire molte cose sul potere di Xi e sul futuro della Cina e del suo sistema politico.

  

Fonti del giornale di Hong Kong, il South China Morning Post, hanno detto di avere avuto accesso alla lista dei sette membri del Comitato permanente e che la scelta di Xi è molto più conservativa di quanto previsto. Tra i nuovi semidei del Partito ci sarebbero alcuni fedeli dei vecchi presidenti Jiang Zemin e Hu Jintao, segno che Xi vuole rispettare l’equilibrio tra fazioni rosse; ci sarebbero due politici esperti e attesi come Wang Yang e Han Zheng, che hanno percorso appieno il cursus honorum comunista, segno che Xi vuole rispettare le priorità di anzianità, e soprattutto non ci sarebbero i due possibili delfini, Hu Chunhua e Chen Min’er, segno che ancora non sappiamo niente su come andrà il processo di successione a Xi tra cinque anni – sempre che un simile processo ci sia.

 

Wang Qishan, braccio destro del presidente, non sarebbe riconfermato nel Comitato permanente, ma rimarrebbe come capo della potentissima Commissione per la sicurezza nazionale. Liu He, capo economista vicinissimo a Xi, diventerebbe il capo ideologo del Partito. Insomma, si inizia a pensare che possa esserci più continuità del previsto nella nuova èra di Xi Jinping, ma non bisogna farsi ingannare dalle apparenze. Il pensiero politico del presidente non sarà ancora in Costituzione, ma è già sicuramente nei libri di scuola: lo ha detto il ministro dell’Istruzione, aggiungendo che lo studio delle parole di Xi sarà obbligatorio.

      

Un’altra indiscrezione che arriva dal Congresso è che Xi potrebbe decidere presto di eliminare completamente le ingerenze dello stato nella pianificazione famigliare. Dopo avere eliminato la politica del figlio unico, potrebbe eliminare anche quella dei due figli attualmente in vigore. Il potere di Xi si basa anche sulla forza di fare le riforme economiche e sociali. (ec)

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.