C'è una nuova "candidata" al Cremlino (e Putin la conosce bene)

Micol Flammini

Si chiama Ksenija Sobčak ed è una giornalista. Ieri ha annunciato di voler partecipare alle elezioni presidenziali del prossimo anno in Russia e su di lei circolano tante voci

Chiamarla la Paris Hilton russa ridurrebbe la caratura del personaggio, Ksenija Sobčak ha la tipica biografia di chi un tempo faceva parte della nomenklatura. Figlia dell’ex sindaco di San Pietroburgo, conosce Putin. Da sempre. Anatolij, padre di Ksenija, è stato il padrino politico dell’attuale presidente russo. Quando nel 1997 venne accusato di aver privatizzato tre appartamenti del comune in centro città, messo sotto inchiesta, volò a Parigi senza passaporto, su un aereo privato. La famiglia disse che aveva bisogno di cure per i suoi problemi al cuore, ma rimase in Francia fino al 1999, quando Putin cominciò a consolidare il suo potere. Pochi mesi dopo, una volta diventato premier, fece cadere tutte le accuse su Sobčak che, da sempre suo fedele sostenitore, morì per un attacco cardiaco, mentre era in tour a fare campagna elettorale per l’amico Vladimir. Pochi anni dopo, nel 2000, Putin sarebbe diventato il capo del Cremlino.

 

Ksenija è diventata giornalista e ha intrapreso la carriera televisiva. Bella, bionda, cresciuta negli aurei palazzi della meglio gioventù pietroburghese, ha fatto anche la modella, prima di iniziare a lavorare come presentatrice tv. Ksenija Sobčak, attuale conduttrice del grande fratello russo, chiamato “Sobčak live”, ha annunciato ieri, durante il suo programma, di volersi candidare alle elezioni presidenziali russe del 2018. Dopo averlo detto in tv, ha inviato una lettera al sito di Vedomosti, una delle più importanti testate economiche del paese, in cui ha spiegato le ragioni della sua candidatura.

 

“Rifiutando di dover partecipare a elezioni controllate, imperfette e persino disoneste, non resteremo in disparte”, ha scritto Sobčak, “la storia dimostra come anche in elezioni controllate si possano verificare degli autentici cambiamenti democratici”. Così, decisa a opporsi all’amico e forse padrino Putin, Ksenija ora è alla ricerca di finanziamenti. La campagna elettorale potrebbe costare fino a un miliardo di rubli, circa quattordici milioni di euro, e a offrirle il denaro necessario potrebbero essere due miliardari: Michail Fridman, cofondatore dell’Alfa-Group e Michail Prochorov, presidente di Polyus Gold e del gruppo Pnexim, i due uomini più ricchi di Russia. Le sorprese non finiscono qui, la candidatura della Sobčak sembra un continuo colpo di scena. A dirigere la sua campagna per il Cremlino sarà Vitali Shkliarov, uno dei responsabili della campagna elettorale di Bernie Sanders.

 

In Russia in molti si sono chiesti se questa candidatura sia vera o se Ksenija sia solo un fantoccio. Anche nelle scorse elezioni erano spuntati dei falsi avversari con lo scopo, da parte del Cremlino, di ostentare pluralità e trasparenza. Vladimir Žirinovskij, leader del partito liberal democratico russo, membro di quella che in Russia viene definita l’opposizione sistemica, ossia silenziosa e poco incisiva, ha commentato: “Un candidato presidente deve essere in politica da molti anni, Sobčak non sa nulla, ha vissuto solo nelle grandi città”, poi ha concluso, “è vero che tutti possono candidarsi, ma devono avere un’intera epoca alle spalle”. La giornalista ha quasi 36 anni e nessuna pratica in campo politico, partecipazione a manifestazioni anti corruzione a parte, ma la sua candidatura ha fatto arrabbiare tante persone. Se sia un’espressione della cosiddetta “gioventù dorata” o un candidato fantoccio, comunque il caso Ksenija Sobčak sta facendo discutere. Se le opposizioni si stanno affannando ad accusare la presentatrice, il Cremlino è invece rimasto impassibile. “Potrebbe avere successo”, fa sapere Dmitrij Peskov, portavoce del presidente, “deve solo dimostrare di esserne capace”. E poi, riferisce la Tass, ha ironizzato: “Non è ragionevole parlare di rivali di Vladimir Putin, lui ancora non ha detto che si candiderà”.