La manifestazione di oggi a Nantes. Foto LaPresse/Reuters

Tutti i sindacati contro Macron

Redazione

Piazza piena in Francia contro il presidente che dice: cercatevi un lavoro

Per la prima volta, da dieci anni a questa parte, tutte le principali sigle sindacali francesi sono scese in piazza compatte contro il governo di Parigi. E la ragione che ha unito l’irascibile Cgt alla Cfdt, a Fo, Unsa, Fsu e Stc, ossia i sindacati che rappresentano 5,4 milioni di dipendenti pubblici, è l’ostilità alla nuova riforma del lavoro, tramite la quale il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, vorrebbe dare una scossa liberale al paese più statalista d’Europa. In tutta la Francia, lo sciopero generale indetto dalla coalizione sindacale anti Macron, ha portato nelle strade circa 150 mila funzionari, tra insegnanti, personale sanitario e dipendenti degli uffici pubblici, contrari all’annuncio dell’esecutivo di tagliare 120 mila posti entro la fine del quinquennio e al congelamento degli stipendi per il 2018. “I funzionari, trattati spesso come nullafacenti e approfittatori, hanno bisogno di rispetto”, ha dichiarato Philippe Martinez, patron della Cgt e principale oppositore di piazza alla riforma. Macron, dalla funzione pubblica, l’elettorato tradizionale della gauche, è guardato male dal 2015, quando, da ministro dell’Economia, disse che l’attuale statuto dei funzionari non è più “adatto al mondo in cui viviamo”. E la frase di qualche giorno fa, “andassero a cercare lavoro, invece di piantare casino”, rivolta ad alcuni dipendenti protestatari della Gm&t, un’azienda di componentistica auto in crisi, non ha certo calmato la piazza. La mobilitazione di ieri è stata più fiacca in termini di partecipazione rispetto a quelle di settembre, ma Macron deve comunque trovare un equilibrio tra le riforme necessarie e quell’elettorato fondamentale che in primavera lo aveva ampiamente sostenuto.