David Davis (a sinistra) e Michel Barnier (foto LaPresse)

La diplomazia creativa di Londra all'Ue non piace per niente

Luca Gambardella

Il ministro britannico per la Brexit parla di "immaginazione e flessibilità" mentre il capo della delegazione europea Barnier vuole cifre e proposte chiare. Per Bruxelles, l'ambiguità non è una strategia

Da tempo la delegazione europea che sta negoziando la Brexit si chiedeva se l'ambiguità dimostrata dai britannici finora fosse una strategia in sé oppure una inusuale dimostrazione di superficialità diplomatica. Nel giorno della ripresa dei negoziati con l'Ue, la risposta di Londra è arrivata per bocca del ministro alla Brexit, David Davis, che in un'intervista alla Bbc ha definito "ambiguità costruttiva" una tattica negoziale deliberata. Una tattica che, peraltro, "sta andando estremamente bene" nei negoziati, ha aggiunto Davis. D'altra parte, ha continuato il ministro, ad avere problemi seri nelle discussioni sarebbe piuttosto l'Ue: "Per questo hanno detto 'Perché non fate la vostra proposta?'". Londra insiste sulla carta della "flessibilità e immaginazione" (parole scelte ancora da Davis, poco prima del suo arrivo a Bruxelles).

 

Ma dall'altra parte del tavolo negoziale è seduto sempre Michel Barnier, capo della delegazione Ue, certamente non un grande interprete della diplomazia creativa auspicata da Londra. Poco prima dell'incontro con i britannici, il francese ha tagliato corto: "Dobbiamo cominciare a trattare in modo serio. Prima si toglie di mezzo l'ambiguità, prima saremo in grado di discutere delle relazioni future". E soprattutto: "A noi serve che i documenti del Regno Unito siano chiari per avere negoziati costruttivi". Per Barnier sono i numeri, i dati messi nero su bianco a dimostrare la buona volontà dell'interlocutore britannico, non tanto l'"immaginazione".

 

Se prima non si risolvono i punti noti – lo status dell'Irlanda del nord, i diritti dei cittadini e, in particolare, il conto da saldare con Bruxelles – qualsiasi discussione sulle "relazioni future" con Londra non potrà iniziare. E' proprio a proposito del costo che Londra dovrà sostenere per salutare l'Ue, Davis non ha fornito risposte incoraggianti: "In questa fase non prenderemo impegni. Non ci sarà un numero, almeno fino a ottobre o novembre", ha spiegato Davis alla Bbc. "Ottobre o novembre" è il periodo in cui, secondo la road map tracciata da Ue e Regno Unito, il Consiglio europeo dovrà decidere se concludere o meno la prima fase dei negoziati per passare alla seconda, quella che riguarda i trattati commerciali e che Londra insiste di includere nella prima. "Il tempo passa in fretta", ripete Barnier.

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.