Foto tratta dal profilo Twitter di @angelomangiante

Com'è che i presidenti francesi sbagliano sempre e comunque le vacanze

Francesco Maselli

Dopo Sarkozy e Hollande ora anche Macron è di fronte alla maledizione della pausa estiva

Roma. Le vacanze del presidente della Repubblica francese si sono trasformate, negli ultimi anni, da un affare di costume a motivo di dibattito politico. Dopotutto il tempo della politica ha subìto un’accelerazione repentina: il passaggio dai sette ai cinque anni di mandato ha investito il presidente negli affari correnti della nazione, da monarca repubblicano che regna ma non governa, soprattutto nelle fasi di coabitazione, è diventato capo dell’esecutivo, responsabile dei successi e dei fallimenti del governo. Il ritmo pervasivo dei media digitali e dei canali di informazione all news ha fatto il resto, rendendo il riposo dei presidenti l’ennesimo atto politico e comunicativo dove, tra l’altro, non si può che sbagliare.

 

Appena eletto Nicolas Sarkozy passò tre giorni a bordo di “Paloma”, lo yacht del suo miliardario amico Vincent Bolloré. Assediato dai giornalisti persino durante la sua corsa mattutina dovette giustificarsi con un “non intendo nascondermi, Vincent è mio amico da vent’anni e ho deciso di accettare un suo invito dopo averlo a lungo rifiutato”. Il weekend in barca non fu però dimenticato, anche perché associato alle successive vacanze estive. Nell’estate del 2007 Sarkozy andò due settimane negli Stati Uniti, ospite in una lussuosa villa sul lago di Wolfeboro, nel New Hampshire. La decisione aveva anche delle implicazioni politiche, visto che “Sarko l’américain”, come fu soprannominato dalla stampa, incontrò George W. Bush in un picnic informale per ricucire il rapporto tra i due paesi dopo il gran rifiuto francese di partecipare alla guerra in Iraq, ma il risultato furono le critiche a una presidenza “bling-bling”, troppo vicina al lusso e ai soldi. Un’associazione che non ha più abbandonato Sarkozy per il resto del mandato. D’altronde già Georges Pompidou, che amava le auto di lusso e la vita mondana, fu duramente ripreso da Charles de Gaulle per le sue vacanze a Saint-Tropez alla guida di una Porsche quand’era primo ministro. Come a dire: “Non ci si comporta così quando si fa politica”.

 

François Hollande, conscio della delicatezza del momento, nella sua prima estate scelse la Provenza per delle vacanze da comune cittadino. Arrivò in Tgv alla stazione e decise di andare in spiaggia come un turista comune, tra selfie e sguardi curiosi dei bagnanti. Se questo faceva parte della strategia comunicativa per presentare un presidente “normale” e vicino ai cittadini comuni, la percezione fu eguale e contraria. Le immagini dell’epoca mostrano un Hollande impacciato su una spiaggia orribile con un costume orribile: quanto di meno presidenziale possibile. In più, Hollande diede l’impressione di essere un capo di stato fermo a oziare, dopo i primi mesi di mandato improduttivi e contraddittori, con l’Assemblea nazionale che non aveva ancora discusso quasi nessuna proposta di legge. L’estate segnò l’irrecuperabile caduta nei sondaggi, e compromise la sua immagine presidenziale.

 

Forse per questo Emmanuel Macron ha scelto di tenere segreto il luogo delle sue vacanze fino all’ultimo, e poi andare a Marsiglia in una residenza relativamente sobria, posta alla fine di un vicolo cieco, inaccessibile a fotografi e telecamere, messa a disposizione dal prefetto della città. In un contesto dove ai politici si contesta di tutto, la scelta meno rischiosa è cercare di non dare nell’occhio. La situazione è la seguente: se un presidente accetta gli inviti di amici ricchi, allora dovrà fare qualcosa in cambio per sdebitarsi; se utilizza una delle bellissime proprietà a disposizione dalla République, sperpera le risorse dei contribuenti; se va in spiaggia come un comune impiegato è troppo normale e desacralizza la funzione. Meglio tenersi alla larga dalle polemiche estive.

Il luogo non è però scelto del tutto a caso: Marsiglia è una delle città più popolari di Francia, e Macron sa di dover recuperare consenso nella famosa “Francia dimenticata” che non lo ha votato e gli preferisce il Front national e, soprattutto nella regione, la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon. Se l’Olympique di Marsiglia è la squadra per cui tifa il presidente, subito presentatosi al campo d’allenamento per giocare una partitella con il suo staff contro Les Olympiens, Macron sa bene che le municipali del 2020 sono un’opportunità. Il sindaco uscente, il gollista Jean-Claude Gaudin, non si ricandiderà, il Front national è poco competitivo e i socialisti irrilevanti. La città del sud può essere la prima conquista del macronismo a metà mandato; le vacanze sono un segnale che il presidente intende occuparsene.

Il presidente ripartirà subito, prima del 20 agosto, per un breve tour europeo, per un totale di massimo 7 giorni di vacanza. Il nuovo stachanovismo dell’esecutivo francese ha molto divertito un ministro belga: “Chi prende così poche vacanze non ha lavorato abbastanza durante l’anno”, ha scherzato il fiammingo. Ma la presidenza startup funziona così.

Francesco Maselli

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