Donald Trump (foto LaPresse)

Quanto tempo perso per una masnada di somari

Giuliano Ferrara

Che fine hanno fatto quelli che Trump è la soluzione politicamente scorretta, e la Brexit l'inizio della fine delle élite? E l'Italia? Che due palle questa Italia

Che fine hanno fatto gli eroi? L’impostore arancione è l’uomo più impopolare d’America da settant’anni alla Casa Bianca, e lotta disperatamente per districarsi dal suo Watergate con i metodi di Richard Nixon, il mondo intero lo deride, la Cina aspetta il suo passo falso per segarlo, l’Europa fa da sé alla grande, gioca a golf più di Obama, Putin lo controlla senza troppa grazia, i liberal si domandano cosa cazzo hanno fatto per farlo eleggere, i conservatori sono inviperiti, quorum ego, per questo furto d’America senza destrezza. Marine Le Pen forse ha capito che tra l’euro e il franco non c’è gara, e si lecca le ferite in seminari a porte chiuse, in attesa della deflagrazione del suo partitello xenofobo e parafascista. Il Brexiteer alla Michael Gove o Boris Johnson, sempre giocoso e vano, frivolo e incontinente, ma almeno spiritoso, rilegge le passate dichiarazioni elettorali che gli hanno guadagnato il 2 per cento di cretini utili a mettere il Regno Unito in questa situazione maldestra: “Una volta ottenuto il Leave, abbiamo tutte le carte in mano”. E si ritrovano senza assi, briscole, senza denari, senza prospettive altro che il calo del commercio e della crescita. Né sanno che Brexit organizzare, con un primo ministro minoritario e sputtanato, se soft o hard o barzotta. Tutto era cominciato con quel fesso di Cameron che rinnegava Churchill, non so se mi spiego.

 

Che fine hanno fatto gli eroinomani, quelli che Trump è la soluzione politicamente scorretta, che la Brexit è l’inizio della fine delle élite, che il Front National ci libera dall’immigrazione intesa come rimpiazzo islamico dell’Europa cristiana? Si siringano ancora di puttanate, non vogliono riconoscere che il migliore dei mondi possibili non esiste, che quello che abbiamo non è affatto il peggiore, e che l’islam non si combatte proibendo i laptop sugli aerei o affidando al genero-in-chief la composizione della questione israelo-palestinese, ma provvedendo al governo delle masse islamiche con un community building che renda la umma meno stracciata e prona ai suoi sceicchi e mullah, così come l’immigrazione non si ferma con un muro o con la chiusura dei porti. Sono piene le fosse di questi eroinomani e degli opportunisti che li riforniscono di droghe pesanti, in nome degli eroi e semidei appena caduti rovinosamente. Dovrebbero andare a nascondersi e invece mi dicono che stanno tutti in tv e alla radio a dire frescacce come niente fosse. Che spettacolo.

 

Grillo tornerà su qualche barca a motore battente bandiera inglese o maltese, e farà bene, solo così può dare credibilità all’impresa siciliana dei Mille. Orfini comunque, come al solito, gli potrà dare una mano, in particolare in quell’isola dove è richiesta conoscenza mafiologica. Casaleggio, inteso come dinastia, farà ancora i suoi affari, e fa bene, perché la prospettiva che Di Maio o Di Battista governino dopo aver combattuto ad Auschwitz con Napoleone mi sembra assai lontana nonostante tutto. Salvini è pronto per essere assorbito in un qualche predellino con Stefano Parisi, altro grande bollito del momento. Elisa gli vuole bene, ma certo che quel baciatore di Ibiza era un gran figo. La mia domanda è: ma quanto tempo abbiamo perso, quante energie sprecate, per questa masnada di somari che pretende di prendere il posto della politica alla guida delle istituzioni, con Di Matteo agli Interni e Davigo alla Giustizia?

 

Un tempo enorme come i riposi nelle estati di Cardarelli, stagioni dai densi climi, dall’albe senza rumore, in cui ci si risveglia come in un acquario. Che due palle questa Italia.

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.