Chi è Kemi Badenoch, simbolo del "british dream"

Responsabilità, rappresentatività, Brexit (è favorevole) e democrazia sono le parole d’ordine della neoeletta deputata tory

Stefano Basilico

Quando Kemi Badenoch ha messo piede per la prima volta a Westminster tutti l’hanno scambiata per una deputata laburista. Giovane, classe 1980, nera, nata da genitori Nigeriani a Wimbledon e poi trasferitasi a Lagos fino ai sedici anni, occhiali da intellettuale, Badenoch pare quanto di più lontano dallo stereotipo tory. Nel suo “maiden speech”, il discorso d’esordio alla Camera dei Comuni, la neoeletta rappresentante di Saffron Walden in Essex, ha reso chiaro a tutti perché ha scelto proprio i tories: “Ho scelto di fare del Regno Unito la mia casa” ha raccontato ai colleghi. “Crescendo in Nigeria ho visto e sofferto la povertà vera. Sono stata senza elettricità, facendo i compiti a lume di candela perché l’azienda elettrica statale non era in grado di fornire l’energia. Raccogliendo l’acqua ad un miglio di distanza in secchi pesanti e arrugginiti, perché l’acqua nazionalizzata non era in grado di funzionare in tutte le case.” Un ritratto di una vita povera da scrollarsi di dosso con lo studio, l’impegno e il lavoro duro, che molti entusiasti socialisti non hanno mai vissuto: “Al contrario di molti colleghi nati dopo il 1980” spiega “sono stata abbastanza sfortunata da vivere sotto politiche socialiste: non lo auguro a nessuno, ed e’ una delle ragioni per cui sono Conservatrice”. Al suo ritorno nel Regno Unito dopo l’infanzia in Nigeria, Badenoch ha studiato e lavorato duro: prima ingegneria informatica all’Università del Sussex, poi legge alla Birbeck, trovando un impiego da direttrice associata di una banca privata e scrivendo per lo Spectator, di cui è stata anche direttrice. Rappresenta il “British dream” di cui parlava Micheal Howard, citato all’interno del suo discorso: “E’ un paese in cui una ragazza nigeriana può trasferirsi a sedici anni ed essere accettata come cittadina britannica e avere il grande onore di rappresentare i cittadini”.

  

Dall’esperienza africana la deputata dell’Essex ha fatto tesoro, applicando gli insegnamenti politici che ha visto nel continente anche alle grandi fratture della politica occidentale. “La lezione dello Zimbabwe” dice “è fondamentale oggi: il denaro non può essere semplicemente stampato e la redistribuzione non può avere successo senza che prima venga creata ricchezza”. Cita Edmund Burke, in pieno stile Spectator, sfoggiando una cultura che accompagnata dalle origini umili, può farne un soggetto di primo piano per il futuro e “l’operazione ringiovanimento” del partito. Riporta le parole dell’autore del “Discorso agli elettori di Bristol” che parlava della società come di “un contratto tra i morti, i viventi e quelli che dovranno nascere”, utilizzando la citazione come un grimaldello contro chi vorrebbe aumentare il debito pubblico.

  

Responsabilità, rappresentatività, Brexit (è favorevole) e democrazia sono le parole d’ordine della deputata neoeletta. Che fa un’altra citazione, stavolta più ardita: “Come Woody Allen ha detto del sesso: se non è un casino, lo stai facendo nel modo sbagliato”. Per Badenoch lo stesso principio si può applicare alla democrazia: non è sempre prevedibile, i suoi risultati non sempre eleganti e spesso inaspettati. “Ma ci sistemiamo: il parlamento Britannico ha sempre aggiustato tutto ed è per questo motivo che è il più antico del mondo: perché è guidato dal popolo.” Proprio in periodi storici incerti come questi, c’è bisogno di rappresentanti che sappiano affiancare intelligenza, idee, vicinanza alla popolazione e realismo: tutte qualità che sembrano proprie di Kemi Badenoch.

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