I leader della National Democratic Alliance (NDA) posano per una foto di gruppo. Ram Nath Kovind è il secondo a sinistra. Foto LaPresse/XinHua

Fare il presidente della Repubblica in India è una cosa da poveri

Redazione

Il nuovo capo di stato, Ram Nath Kovind, viene dalla comunità dalit, i cosiddetti “intoccabili” cioè l’infimo grado nel sistema di caste indiano

Ram Nath Kovind, componente della comunità dalit, i cosiddetti “intoccabili”, l’infimo grado nel sistema di caste indiano, è il nuovo presidente dell'India. L'ex governatore dello stato di Bihar, 72 anni, assumerà l'incarico la prossima settimana, martedì 25 luglio. In forza delle minime garanzie costituzionali che tutelano anche i senza casta, il neo eletto presidente ha potuto studiare e laurearsi in diritto ed esercitare come avvocato presso la Corte suprema. Kovind, che era il favorito, è un politico di lungo corso della coalizione Alleanza democratica, capitanata dal partito conservatore e nazionalista indù Bharatiya Janata del primo ministro Narendra Modi.

   

Il neo presidente ha ottenuto il 65 per cento dei 4.896 voti tra i componenti il Parlamento e i rappresentanti delle Assemblee statali e battuto la candidata concorrente Meira Kumar, anche lei dalit ed ex portavoce del Congresso nazionale indiano, il principale partito di opposizione che ha guidato il paese per la maggior parte degli ultimi 60 anni. 

  

Kovind prenderà il posto di Pranab Mukherjee, che ha deciso di non correre per la rielezione e di ritirarsi dalla politica a causa di "complicazioni di salute relativi all'anzianità". Sarà il quattordicesimo presidente dell'India dall'indipendenza dal dominio coloniale inglese ma solo il secondo “intoccabile” a sedere al Rashtrapati Bhavan, la residenza presidenziale che con le sue 340 stanze e i 130 ettari di giardini moghul rappresenta la terza più estesa dimora di un capo di stato al mondo, dopo il palazzo del Quirinale a Roma e Ak Saray ad Ankara. Fu Kocheril Raman Narayanan (1997-2002) il primo “intoccabile” a ricoprire l'incarico che, secondo la Costituzione, ha un carattere fondamentalmente protocollare. Il potere esecutivo è infatti esercitato dal primo ministro. Il presidente dell'India è il capo di stato e ha compiti di mera rappresentanza, viene eletto indirettamente da un collegio elettorale e ottiene un mandato di cinque anni.

  

Ram Nath Kovind, ammette apertamente di sentirsi commosso e promette di “rappresentare tutti coloro che lottano ogni giorno per la sopravvivenza”. La sua elezione consegna al partito di Modi un vantaggio nelle prossime elezioni del 2019. Il commentatore politico Shekhar Gupta ha spiegato a Reuters che Kovind rappresenta una figura amica per il primo ministro. “Kovind non metterà i bastoni tra le ruote al governo Modi, che preferisce governare senza opposizioni e non ama chi cerca di ostacolare i suoi piani”. E potrebbe anche permettergli di guadagnare voti tra 200 milioni di “intoccabili”: le caste superiori sono state tradizionalmente la base elettorale del Bjp, ma ora i nazionalisti indù corteggiano la comunità dalit, che rappresenta il 16 per cento della nazione e chiede – anche con massicce proteste – una rivoluzione sociale fino ad oggi negata.

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