La delegazione grillina incontra il direttore di Frontex, Leggeri

L'ombra del complottismo a 5 stelle si abbatte (anche) su Triton

Luca Gambardella

Dopo il caso Zuccaro sulle ong, ora Di Maio accusa Renzi di "alto tradimento" per avere accettato gli sbarchi dei migranti sulle coste italiane in cambio della flessibilità europea sui conti. Ma le regole della missione erano note già da due anni

Roma. Martedì il direttore dell'Agenzia europea Frontex, Fabrice Leggeri, ha promesso all'Italia che discuterà con gli altri stati dell'Ue su come rafforzare Triton. La missione europea che svolge attività di pattugliamento nel Mediterraneo e operazioni di search and rescue (cioè le operazioni di salvataggio SAR) potrebbe essere potenziata con l'impiego di nuovi aerei in grado di monitorare i transiti dei barconi carichi di migranti, anche registrando filmati e riprese aeree.

 

Dell'idea se ne parlerà oggi anche al Parlamento europeo di Bruxelles, ma nel frattempo da Londra arriva una nuova bocciatura per l'impegno profuso finora dall'Ue in tema di immigrazione. La Camera dei Lord, una delle due che compongono il Parlamento britannico, ha pubblicato gli esiti di un'indagine conoscitiva sui risultati ottenuti finora da EunavForMed, meglio nota come operazione Sophia, la sorella di Triton. Lo scopo di Sophia è interrompere il traffico di esseri umani tra le sponde del Mediterraneo ma il report presentato oggi a Londra contesta i metodi usati. EunavForMed si concentra sulla distruzione dei barconi usati dai trafficanti e su attività di intelligence effettuata sul campo nei paesi dell'Africa del nord, Libia in primis. Una strategia controproducente, dicono i britannici. Intanto perché la distruzione delle imbarcazioni ha portato i trafficanti a usare natanti sempre più vecchi e piccoli (massimo 12 metri), solitamente rubati nei porti dei paesi di partenza. La conseguenza diretta è che gli affondamenti a ridosso delle coste libiche sono sempre più frequenti e che sia le navi delle ong sia quelle delle missioni Triton e Sophia sono costrette ora ad agire a ridosso delle acque territoriali. Anche l'attività di intelligence sul territorio libico, dice il report, si è rivelata inefficace perché le reti criminali dei trafficanti continuano a rafforzarsi approfittando del vuoto di potere causato dalla guerra che è in corso nel paese.

 

Dal 2015 a oggi Triton ha distrutto 420 imbarcazioni, ha arrestato 109 trafficanti e ha salvato 30 mila migranti. Ma il numero dei morti resta elevato e da gennaio le vittime della traversata sono 2.206. Soprattutto, come previsto dalle regole della missione Ue, gli sbarchi dei migranti salvati dalle navi Triton e Sophia avvengono tutti sulle coste italiane. Dopo avere ricevuto un secco "no" dagli altri paesi europei sull'apertura dei loro porti alle navi delle ong, ora l'Italia ha chiesto una revisione dei piani operativi di Triton, ma anche in questo caso gli altri stati membri hanno risposto con freddezza. Nel frattempo, Roma sta anche scrivendo la bozza del nuovo codice di comportamento che le ong dovranno rispettare nei salvataggi in mare e che, tra le altre misure, dovrebbe vietare alle loro navi di intervenire all'interno delle acque territoriali libiche. 

 

  

In Italia le critiche sulle regole di Triton sono state rilanciate di recente dal Movimento 5 stelle, che accusa l'ex premier Matteo Renzi di avere imposto al nostro paese delle condizioni inaccettabili in cambio del contributo degli altri stati Ue alla missione. Una versione piuttosto diversa da quella fornita dall'ex ministro degli Esteri Emma Bonino, che qualche giorno fa ha detto che l'Italia accettò queste condizioni per ottenere in cambio il comando delle operazioni Triton e Sophia. "Francamente non c’è alcun accordo indicibile", ha commentato Bonino.

 

  

Ma oggi il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, è tornato all'attacco e su Facebook ha scritto che una delegazione di pentastellati ha incontrato il capo di Frontex per farsi spiegare la situazione. Il post recita così: "Ci ha confermato, dopo averlo chiarito anche in audizione al Parlamento Ue, che Triton, voluta da Renzi, prevede che tutti i migranti siano portati in Italia. Questa è la verità: ci hanno svenduti per 80 euro trasformandoci nel più grande porto d'Europa, pensando di poterci trattare come gli scemi, convinti che saremmo rimasti in silenzio. Ma hanno fatto male i loro calcoli, ora i nodi sono venuti al pettine e presto o tardi ne risponderanno davanti al paese". In sostanza, senza fornire prove, Di Maio asserisce che in cambio di flessibilità sui conti, l'Italia abbia promesso all'Europa di accogliere i migranti sulle sue coste. E ancora: "Siamo pronti a presentare una mozione di sfiducia contro il governo. È alto tradimento!". Un altro post condiviso sulla sua pagina dice: "BOOM! DIFFONDETE: ADESSO ABBIAMO LE PROVE".

 

 

Per la verità, oggi Leggeri non ha svelato nessun mistero, dato che le regole stabilite per la missione Triton risalgono a due anni fa ed erano di pubblico dominio. Inoltre, la questione non è nuova. Un fact checking molto dettagliato pubblicato dell'Agi dice che la prima a contestare gli sbarchi sulle coste italiane fu Elisabetta Gardini, europarlamentare di Forza Italia. In un'audizione del 2016, Gardini chiese al commissario Ue all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, se fosse a conoscenza di un presunto accordo segreto tra Italia e Malta che assicurava concessioni petrolifere a Roma in cambio della promessa di tenere lontani i migranti dalla Valletta. Avramopoulos rispose di non saperne niente, e la storia finì lì. Finché Di Maio non ha deciso di cavalcarne l'effetto mediatico a distanza di anni.

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.