Foto LaPresse

Perché questo test missilistico nordcoreano è più rischioso degli altri

Giulia Pompili

A gennaio Donald Trump aveva detto: “Non accadrà!”. E se ora la Corea del nord avesse un missile balistico intercontinentale?

La Corea del nord ha annunciato questa mattina (le tre del pomeriggio nella penisola asiatica) di aver testato con successo un missile balistico intercontinentale (ICBM), un missile a lungo raggio che potrebbe colpire il territorio americano. Come accade nelle grandi celebrazioni di forza nordcoreane, il successo del test – a cui, secondo il dispaccio ufficiale dell'agenzia di stampa Kcna, avrebbe assistito di persona il leader Kim Jong-un – è stato reso noto attraverso il programma ufficiale della televisione di stato Kctv dall'annunciatrice Ri Chun Hee.

 

Se tutto fosse verificato, sarebbe la prima volta che Pyongyang testa un missile balistico intercontinentale. Il missile, che si chiama Hwasong-14, avrebbe volato per 39 minuti, avrebbe raggiunto una distanza di 933 chilometri con un apogeo di 2.802 chilometri, e sarebbe caduto, secondo i piani, nel Mar del Giappone. Per ora anche gli osservatori della Corea del sud confermano i dati diffusi da Pyongyang.

 

Il problema adesso è capire se la Corea del nord abbia lanciato davvero un missile balistico intercontinentale. Secondo gli analisti americani dell'Us Pacific Command, infatti, il test sarebbe stato di un "missile a medio raggio" lanciato da un lanciatore terrestre posizionato nella base di Banghyeon, a nord ovest della provincia di Pyongan (vicino al confine cinese, per intenderci).

 

Come di consueto, quando si tratta di questioni nordcoreane è bene aspettare le analisi indipendenti dei dati raccolti, piuttosto che affidarsi alle dichiarazioni ufficiali della stampa nordcoreana.

 

C'è cautela perfino a Seul dove il presidente Moon Jae-in, a seguito del Consiglio di sicurezza d'emergenza, ha condannato il lancio e ha detto di "considerare l'ipotesi che possa trattarsi davvero di un ICBM". Del resto il missile intercontinentale è una vecchia ossessione di Kim Jong-un, e durante il discorso di Capodanno del 2017 il leader aveva detto che gli scienziati nordcoreani erano a "un passo" dall'avere la tecnologia per colpire direttamente il territorio americano.

 

Di imprevedibile, poi, c'è anche la risposta americana. Il presidente Donald Trump ha scritto su Twitter subito dopo il test: "La Corea del nord ha lanciato un altro missile" (senza quindi riferirsi al tipo di missile) "Questo ragazzo non ha niente da fare della sua vita? E' difficile credere che la Corea del sud e il Giappone possano sopportare tutto questo ancora a lungo. Forse la Cina dovrebbe fare qualcosa di forte contro la Corea del nord e mettere fine a tutte queste sciocchezze una volta per tutte!". Il 2 gennaio sempre su Twitter Trump aveva scritto che la Corea del nord non avrebbe mai lanciato un missile balistico intercontinentale, tracciando una linea rossa sulle provocazioni nordcoreane. 

Andrei Lankov, direttore del Risk Group e uno dei massimi esperti di affari nordcoreani, ha detto a Nk News: "Sin dall'inizio pochi esperti avevano dubbi sul fatto che questo test sarebbe avvenuto prima o poi. Trump aveva detto che non sarebbe successo, ma ora spero che non lo veda come un insulto personale e lo accetti come inevitabile. Tuttavia non è impossibile che questo scatenerà un'azione militare che renderà ancora peggiore la situazione".

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.