Alla gogna perché cristiano. Farron lascia la guida dei Libdem

Stefano Basilico

Il politico inglese, accusato di essere un “fondamentalista omofobo”, si dimette: “Essere leader di un partito liberale e progressista e vivere come un cristiano credente mi è diventato impossibile”

Tim Farron, leader dei liberaldemocratici britannici, si è dimesso nella giornata di ieri. Non ha abbandonato l’incarico per il risultato elettorale, che ha visto i Libdems guadagnare quattro seggi, passando da otto a dodici. Né per via della sua leadership “timida”. Nel comunicato in cui chiarisce le ragioni dell’addio, Farron spiega che ha sofferto l’attenzione dei media sulla sua fede cristiana: “Mi sono trovato diviso tra il vivere come un fedele cristiano e servire come leader politico”. Dice che una persona “più saggia” sarebbe stata in grado di rimanere fedele a Cristo e guidare un partito “nell’ambiente attuale”.

 

Il “caso Farron” è cominciato il 17 luglio 2015, quando Cathy Newman di Channel 4 gli domandò in un’intervista se, da cristiano, ritenesse le relazioni omosessuali un peccato. L’esponente liberale rispose che “siamo tutti peccatori” e di non voler fare dichiarazioni teologiche. Successivamente in Parlamento disse di non ritenere l’omosessualità un peccato, visione confermata anche dai suoi voti sul matrimonio egualitario e dalle sue parole sulla situazione cecena, sull’uguaglianza transgender e a favore della donazione del sangue per gli uomini gay. La pressione su Farron non si è fermata durante la campagna elettorale, anzi, è aumentata. L’editorialista del Guardian Owen Jones definì l’intervista “una disgrazia totale”, mentre il comico David Baddiel si spinse a definire il leader libdem “un fondamentalista cristiano omofobo”. In pochi parlarono in sua difesa, tra questi Charles Moore dello Spectator che definì la campagna stampa “una caccia alle streghe”, invitando i giornalisti a porre questo tipo di domande alle autorità religiose e non ai politici.

 

La polemica è ritornata con insistenza dopo il voto. Brian Paddick, uno dei primi poliziotti a fare coming-out e ministro degli interni ombra per il partito, ha abbandonato il suo incarico per via delle posizioni di Farron. In serata, lo stesso leader ha deciso di dare l’addio, aprendo la corsa alla leadership che vede già ai blocchi di partenza gli ex ministri Ed Davies e Norman Lamb.

 

Ci sono, nel discorso di dimissioni, due passaggi che colpiscono: “Essere leader, in particolare di un partito liberale e progressista nel 2017 e vivere come un cristiano credente, mantenendomi fedele agli insegnamenti della Bibbia, mi è diventato impossibile”. Una frase che può svelare un’incapacità interiore di scendere a compromessi, ma che è anche un’ottima cartina di tornasole dello stato in cui vivono i cristiani nel Regno Unito. Una preoccupazione che torna nell’altra frase rilevante: “Ci prendiamo in giro se pensiamo di vivere in una società tollerante e liberale”.

 

In un messaggio di solidarietà, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby ha scritto che, a prescindere dal partito, se a una persona come Farron viene proibito di fare politica i suoi colleghi e i media devono farsi delle domande. Islam Issa, accademico musulmano, ha scritto sull’Independent che la stampa ha negato due diritti fondamentali al leader Libdem: la libertà di opinione e la sovranità individuale.

 

Il caso-Farron è solo l’ennesimo attacco alla libertà religiosa, in un paese in cui anche fare gli auguri di Natale è considerato potenzialmente “offensivo”. I Liberaldemocratici sono un pesce piccolo e facile da attaccare: la stessa domanda non è stata fatta ad altri esponenti politici “religiosi”, come Theresa May o Sadiq Khan. Il pol corr colpisce in un’unica direzione, in maniera peraltro scorretta, mostrando che lo spazio per i cristiani nella vita pubblica britannica si assottiglia sempre di più. Chi vuole vivere la propria fede in modo genuino e sincero deve scendere a compromessi o è costretto a farsi da parte, salvo rischiare di beccarsi del “fondamentalista omofobo”. Farron è solo l’agnello sacrificale del momento, altri faranno la stessa fine o saranno costretti a tacere e accodarsi al pensiero mainstream.

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