Jeremy Corbyn (foto LaPresse)

Quando Jeremy Corbyn portava fiori ai terroristi di Monaco '72

Giulio Meotti

Il "commovente" viaggio in Tunisia sulla tomba di uno degli assassini degli israeliani ai Giochi Olimpici

Roma. Prima ha collegato il massacro di Manchester, in cui 23 inglesi sono stati trucidati dall’islamista Salman Abedi, alle “guerre che il nostro governo ha sostenuto o combattuto”. Poi su Jeremy Corbyn, leader del Labour inglese, è caduta una tegola a dir poco imbarazzante. Nel weekend, il Sunday Times ha scoperto che, un anno dopo la sua elezione alla guida del Partito laburista, Corbyn ha deposto una corona di fiori sulla tomba di uno dei terroristi palestinesi responsabili del massacro degli atleti israeliani a Monaco nel 1972.

 

Nell’ottobre 2014, Corbyn fece visita in Tunisia per commemorare l’anniversario dell’attacco di Israele nel 1985 alla sede centrale dell’Organizzazione di liberazione della Palestina, omaggiando anche il cimitero. “Dopo che le corone furono poste sulle tombe dei morti di quel giorno (a Sabra e Shatila, ndr) e sulle tombe di altri uccisi dagli agenti del Mossad a Parigi nel 1991, ci trasferimmo alla statua nel viale principale della città costiera di Ben Arous”, scrisse Corbyn dopo il viaggio. Il riferimento è alla tomba del funzionario dell’Olp, Atef Bseiso, capo dell’intelligence palestinese negli anni Settanta, ritenuto un importante pianificatore del massacro di Monaco in cui furono trucidati gli atleti israeliani alle Olimpiadi. Non esiste alcuna prova che l’agenzia di intelligence di Israele abbia effettuato un assassinio nella capitale francese a quel tempo, ma l’uccisione di Bseiso a Parigi nel giugno del 1992 è stata da molti attribuita allo stato ebraico.

 

Ma il nome di Atef Bseiso è anche legato a una vicenda tutta italiana. Il 5 ottobre 1973 vengono arrestati in un appartamento di Ostia cinque palestinesi. C’erano anche due missili terra-aria Sam-7 di fabbricazione sovietica. Dalla terrazza dell’appartamento si dominava il “corridoio aereo” di accesso all’aeroporto di Fiumicino. Lo scopo dei cinque terroristi era quello di centrare un velivolo della El Al, la compagnia di bandiera israeliana, in fase di decollo. Atef Bseiso fu uno tre arabi “accompagnati” dagli uomini dei servizi segreti fuori dal territorio italiano. Corbyn ha definito come “commovente” la deposizione della corona di fiori sulla tomba del terrorista palestinese.

 

Non è la prima volta che a Corbyn viene imputata una responsabilità diretta nel sostenere l’incitamento all’odio contro Israele. C’era stato il caso di Interpal, Palestinian Relief and Development Fund, la ong inglese finanziata da Corbyn, che è apparso anche in numerose sue serate di raccolta fondi. Questa ong ha finanziato il “Festival palestinese per l’infanzia e l’istruzione” nella Striscia di Gaza, dove fu girato un video di propaganda in cui si vedono numerosi bimbi palestinesi con indosso la mimetica che simulano l’uccisione di soldati israeliani con coltelli e mitragliatrici giocattolo. Nel 2013 Corbyn e consorte accettarono pure un tour a Gaza finanziato da Interpal con tremila sterline. Uno dei migliori amici di Corbyn, Ibrahim Hewitt, è il portavoce di Interpal. Corbyn ha anche difeso il fratello Piers, reo di aver detto che “i sionisti non tollerano nessuno che difenda i diritti dei palestinesi”. E non si contano più i politici e consiglieri comunali del Labour che danno voce al peggior sentimento antiebraico. Come il parlamentare Vicki Kirby, secondo cui Hitler era “un dio sionista”, gli ebrei “hanno grandi nasi” e che si è chiesto perché lo Stato islamico non attacchi Israele. Jennifer Gerber, a capo del gruppo di parlamentari laburisti Amici di Israele, ha dichiarato: “È quasi incredibile che un deputato del Labour possa partecipare a una cerimonia per onorare un uomo coinvolto nell’omicidio di atleti israeliani innocenti”. Sajid Javid, ministro inglese delle Attività produttive, ha puntato il dito contro “le cene antisemite”, un fenomeno tipico dei dinner parties nei quartieri benestanti di Londra, animate da “persone rispettabili della classe media che avrebbero un sussulto di orrore se fossero accusate di razzismo sono molto felici di ripetere calunnie sugli ebrei”. E ora, si scopre, anche di portare fiori sulla tomba di chi ha castrato Yossef Romano, una delle undici vittime del commando di Monaco, torturato prima di essere ucciso. Perché ebreo israeliano.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.