"Ahok" Basuki Tjahaja Purnama (foto LaPresse)

L'ex governatore di Jakarta è stato condannato per blasfemia contro l'Islam

Redazione

Due anni di carcere ad Ahok per aver criticato l’uso che i suoi avversari politici hanno fatto del Corano durante la campagna politica in Indonesia. Ad aprile era stato sconfitto alle elezioni

Un tribunale indonesiano ha trovato colpevole di blasfemia contro l'Islam il governatore uscente di Jakarta, il cinese e cristiano Basuki Tjahaja Purnama, 51 anni, più noto come Ahok (soprannome dell’etnia Hakka, originaria del sud della Cina). L’ex governatore è stato condannato a due anni di reclusione per aver criticato l’uso che i suoi avversari politici hanno fatto del Corano durante la campagna politica, suggerendo ai musulmani che non avrebbero potuto essere governati da una persona di un'altra fede. Ahok era stato sconfitto al secondo turno delle elezioni per il rinnovo della carica il 19 aprile scorso. Come scrivevamo su queste colonne “la sconfitta di Ahok è stata provocata dall’aver osato citare il Corano pur essendo cristiano. In un comizio del settembre scorso, infatti, Ahok aveva dichiarato che alcuni cittadini non lo avrebbero votato perché condizionati da un versetto del Corano. Si riferiva al versetto 51 della al Maʼida, la quinta sura del Corano. Che recita così: “O voi credenti, non prendete come alleati gli ebrei e i cristiani”. Secondo molte interpretazioni proibisce ai non musulmani di avere ruoli di comando in paesi islamici. La dichiarazione di Ahok, diffusa in un video su YouTube divenuto virale, gli è costata una denuncia per blasfemia”. 

Anche le enormi manifestazioni che si sono tenute a Jakarta, contro il governatore della capitale indonesiana, sono importanti per capire il corso della laicizzazione del paese più musulmano del mondo. "Da qualche anno i rappresentanti dell’islam politico, specie nelle nazioni del sud-est asiatico, hanno capito che l’indignazione collettiva funziona come cassa di risonanza di alcune istanze, fossero anche religiose", spiegava Giulia Pompili sul Foglio.

Mentre centinaia di manifestanti riuniti all’esterno del palazzo di giustizia chiedevano per lui la pena massima (quattro anni), il giudice Dwiarso Budi Santiarto ha detto alla corte che Ahok era " colpevole di aver commesso blasfemia". Ahok ha negato qualsiasi addebito, anche se si è scusato per i commenti che ha fatto l'anno scorso sull'uso del Corano in politica. Migliaia di poliziotti sono stati dispiegati a nel caso ci fossero scontri tra sostenitori e oppositori di Ahok. I suoi supporter hanno consegnato al municipio migliaia di palloncini rossi e bianchi prima della seduta in tribunale.

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