Luis Florido. Foto LaPresse/EFE

Perché la riforma della costituzione di Maduro è un altro golpe. Parla l'opposizione

Maurizio Stefanini

Intervista con Luis Florido, dirigente anti regime in Parlamento, tra i morti in piazza e il nuovo colpo di mano istituzionale

Roma. Dopo aver cercato di espropriare l’Assemblea nazionale in mano all’opposizione dandone i poteri al Tribunale supremo di giustizia, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato domenica un altro golpe istituzionale. Messo sotto pressione dalle manifestazioni oceaniche che da settimane chiedono le sue dimissioni, nuove elezioni e la fine della crisi economica dettata dalle scriteriate politiche del chavismo, e privato di un organo legislativo docile, Maduro ha deciso di convocare un’Assemblea costituente “senza partiti” per scrivere una nuova Costituzione, bypassare un Parlamento nemico e porre fine alle proteste contro il regime, nel corso delle quali sono morte già 34 persone. La nuova Assemblea costituente sarebbe composta da 500 membri scelti per metà tra i “movimenti sociali” e per metà tra le circoscrizioni municipali, tutti ambienti strettamente controllati dal chavismo.

    

L’opposizione ieri ha risposto al nuovo “autogolpe” convocando altre manifestazioni. Di ritorno dalla manifestazione del Primo Maggio, il presidente della commissione Esteri dell’Assemblea nazionale Luis Florido, alto esponente dell’opposizione al regime, ha accettato di rispondere ad alcune domande del Foglio. “Quel che sta succedendo in Venezuela è una tragedia – dice – Una tragedia che si traduce nella maggior inflazione del mondo, nella maggior insicurezza del mondo, in un tasso di povertà che dal 45 per cento di quando Chávez salì al potere è arrivato all’85,1. La gente muore per mancanza di una pastiglia per il diabete. L’anno scorso il 72 per cento dei venezuelani ha perso una media di 9 chili di peso. Il 10 per cento dei cittadini cerca cibo frugando nell’immondizia”.

     

Qual è la strategia del fronte delle opposizioni della Mud, la Tavola dell’unità democratica, per uscire da questa tragedia? “Vogliamo una soluzione elettorale da raggiungere attraverso l’unità”, dice Florido. Giusto la settimana scorsa abbiamo concordato un documento in cui affermiamo che il dialogo deve consistere nelle elezioni, elezioni generali, presidenziali, dei governatori e dei sindaci, per ristabilire l’ordine costituzionale violato”. Il Papa di ritorno dall’Egitto ha però detto che l’opposizione venezuelana è divisa, e che questa divisione non favorisce il dialogo. “Papa Francesco dà l’impressione di non riuscire a rimanere aggiornato su quanto accade in Venezuela. E’ stata la Mud a chiedergli di avere un ruolo nel dialogo, ma il dialogo è fallito. Effettivamente l’anno scorso ci sono state divisioni all’interno dell’opposizione ma, ripeto, ormai sono state superate. Abbiamo convenuto che non ci sono più possibilità di un dialogo con il governo. Adesso quel che vogliamo è un negoziato politico per arrivare a una soluzione elettorale.

     

Quali sono i rischi per chi si oppone al regime? “C’è il rischio di essere incarcerati, che tutti noi dirigenti politici condividiamo. C’è il rischio di essere assassinati durante una manifestazione politica, per la selvaggia repressione che si è scatenata”.

     

Il presidente ha invocato la formazione di una nuova Assemblea costituente per scavalcare un Parlamento in mano all'opposizione e porre fine alle manifestazioni oceaniche che chiedono nuove elezioni e la fine del regime. Il socialismo del XXI secolo è diventato la Dittatura del XXI secolo

Già molti esponenti chavisti stanno attaccando Maduro per l’idea di cambiare la Costituzione voluta da Chávez nel 1999 e considerata dai suoi successori come la più bella del mondo. La procuratrice generale Luisa Ortega ha avuto un ruolo centrale nel far fallire il tentativo di golpe del Tribunale supremo di giustizia, e ora sta facendo liberare molti cittadini arrestati arbitrariamente durante le proteste. Un’ala del chavismo si sta smarcando da Maduro? “La procuratrice ha preso posizioni coraggiose, e ha iniziato a smarcarsi dal regime. Molti altri dirigenti chavisti sono chiaramente a disagio e noi rivolgiamo loro un appello. E’ l’ora! Levate la vostra voce contro l’ignominia rappresentata da Nicolás Maduro”.

      

Per alleggerire la pressione internazionale, Maduro ha inoltre annunciato che il Venezuela si ritirerà dall’Organizzazione degli stati americani. Per Luis Florido si tratta di una mossa “completamente illegale. L’articolo 23 della Costituzione stabilisce chiaramente che gli impegni in campo internazionale assunti dalla Repubblica in materia di diritti umani prevalgono sull’ordine interno. Per uscire dall’Osa Maduro dovrebbe prima cambiare la Costituzione”.

     

L’ultimo scandalo che riguarda il Venezuela ha toccato anche l’Amministrazione americana di Donald Trump. Secondo alcuni report di stampa, Maduro avrebbe contribuito con 500 mila dollari alla cerimonia di insediamento di Trump attraverso la Citgo, società statunitense di proprietà di Pdvsa, azienda petrolifera di stato venezulana. Florido ricorda che in realtà il caso è ancora da verificare, è possibile che in realtà Citgo sia stata ceduta ai russi per saldare i debiti, ma anche il semplice rumor dice molto dell’atteggiamento di Caracas nei confronti della nuova Amministrazione: “Maduro non ha ancora attaccato frontalmente Trump, con la speranza di suscitare un’intesa tra uomini forti, ma non capisce che la democrazia americana ha altri meccanismi e altri modi di attuare. Il presidente Trump ha nell’agenda il caso Venezuela, ma non nel modo in cui spera Maduro”.

      

Esiste ancora nel mondo un mito chavista che aiuta Maduro a sopravvivere? “Non esiste più”, dice Florido. “E’ ormai chiaro che il socialismo del XXI secolo è sfociato nella dittatura del XXI secolo, una catastrofe che ha creato la maggior corruzione del mondo. Hanno rubato 350 miliardi di dollari, hanno affamato il paese, hanno distrutto la classe media, hanno calpestato i diritti dei cittadini”. Ma l’opposizione non ha fatto errori? “Siamo stati troppo divisi in passato. C’è stato un dirigente politico che ha commesso l’errore di farsi arrestare con l’idea di essere liberato presto, e ha così condizionato l’agenda dell’opposizione a ottenere la sua liberazione (il riferimento è a Leopoldo López, uno dei capi dell’opposizione in carcere da anni, ndr). Ma in questo momento ogni divisione è superata, e lottiamo per nuove elezioni. Anche nell’interesse degli stessi chavisti. Noi vogliamo che in futuro i chavisti possano tornare al potere per via pacifica, se il popolo lo vorrà. Ma se Maduro si ostina a voler restare al potere contro la volontà del popolo rischia di scatenare l’ira popolare e di fare la fine di Mussolini”.