Donald Trump arriva ad Orlando (foto LaPresse)

Trump ci riprova, firmato il secondo "travel ban"

Redazione

Il nuovo ordine esecutivo che limita il diritto di ingresso negli Stati Uniti ai migranti esclude dal divieto l'Iraq e i titolari di green card. Il primo testo era stato bloccato da un tribunale federale. Fbi: l'antiterrorismo controlla 300 rifugiati

Donald Trump ha firmato oggi il nuovo "travel ban", l’ordine esecutivo che limita il diritto di ingresso negli Stati Uniti ai migranti. Il nuovo provvedimento è diverso rispetto a quello precedente, bloccato da un tribunale federale. Il divieto era entrato in vigore il 27 gennaio scorso ma dopo diversi giorni di proteste negli aeroporti e nelle principali città americane il giudice James Robart aveva sospeso l'ordine esecutivo con cui il presidente bloccava l'ingresso negli Stati uniti per 90 giorni ai cittadini provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana: Iran, Iraq, Siria, Yemen, Somalia, Sudan e Libia. L'Amministrazione aveva allora sostenuto che il divieto era necessario per tutelare la sicurezza degli Stati Uniti e proteggere la nazione dal terrorismo.

Secondo il consigliere della Casa Bianca, Kellyanne Conway, una delle più strette collaboratrici del presidente Trump, il divieto entrerà in vigore il 16 marzo e, rispetto alla versione originaria, non riguarderà chi arriva dall'Iraq. L'esclusione della nazione mediorientale – ha aggiunto – è motivata "dai controlli rafforzati che il paese ha messo in atto nelle ultime settimane". Il preavviso di 10 giorni potrebbe evitare che si ripetano le scene caotiche che si sono verificate negli aeroporti statunitensi a gennaio, quando i viaggiatori con visto valido che erano in volo al momento dell'emissione dell’ordine (avvenuta senza preavviso) erano stati fermati dalla polizia di frontiera al momento dell'arrivo sul suolo americano.

 

A sostegno della tesi per cui il travel ban va in direzione di un incremento della sicurezza nazionale, fonti dell'Amministrazione hanno rivelato a diversi media americani che il nuovo ordine esecutivo è stato siglato anche tenendo conto delle informazioni che l'Fbi ha riferito sulla presenza di circa 300 persone che sarebbero entrate negli Stati Uniti come rifugiati e "attualmente sotto indagine da parte dell'antiterrorismo".

  

Secondo una scheda informativa cui ha avuto accesso l’Associated Press, il divieto di viaggio non si applicherà a chi ha già visti validi. Conway ha anche spiegato che i titolari di green card (quindi i residenti permanenti legali negli Stati Uniti) non saranno interessati dal nuovo ordine e, secondo l'agenzia di stampa Reuters, ai rifugiati sarà vietato l’ingresso fino a 120 giorni. Conway ha indicato che anche i profughi siriani non saranno più bloccati a tempo indeterminato ma “verranno trattati come tutti gli altri profughi". L'Associated Press ha anche riferito che il nuovo ordine, a differenza del precedente, non darà priorità alle minoranze religiose.

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