Le Guantanamo di Trump

Redazione

Le nuove mosse in politica estera e le costanti da maneggiare con cura

L’Amministrazione Trump ha annunciato venerdì nuove sanzioni economiche contro 13 individui e 12 compagnie o entità governative dell’Iran, un giorno dopo aver lanciato un “avvertimento” contro Teheran per il test di nuovi missili balistici e altre attività militari. Le sanzioni sono simili a quelle poste dall’Amministrazione Obama circa un anno fa, e rientrano in una serie di mosse in politica estera che potremmo definire convenzionale, dopo i primi dieci giorni esplosivi a cui il presidente Trump ci aveva abituato. Dopo un esordio di fuoco in cui ha creato una crisi diplomatica senza precedenti con il Messico, ha offeso un alleato storico e fedelissimo come l’Australia, ha provocato la protesta di mezzo mondo con il suo ordine esecutivo sull’immigrazione, nelle ultime ore Trump ha iniziato invece una serie di mosse più circospette che, hanno notato in molti, non sarebbero risultate strane se applicate dalla vecchia Amministrazione Obama.

 

Le già citate sanzioni all’Iran, per esempio, che implicano una politica dura la quale però, almeno per ora, non prevede la completa eliminazione del deal nucleare. Anche il freno, seppure estremamente circostanziato, che il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer ha imposto alla costruzione di nuovi insediamenti israeliani (“Anche se non riteniamo che l’esistenza degli insediamenti sia un ostacolo alla pace, la costruzione di nuovi insediamenti o l’espansione di quelli già esistenti oltre i loro confini attuali potrebbe non essere d’aiuto nel raggiungere questo obiettivo”) è una sterzata in senso convenzionale rispetto alla rivoluzione dei rapporti nel conflitto israelo-palestinese che la nuova Amministrazione sembrava annunciare.

 

Lo stesso vale per le parole dell’ambasciatrice americana all’Onu Nikki Haley, che ha detto chiaro, smentendo le voci che erano circolate nelle scorse settimane, che l’America non toglierà le sanzioni alla Russia fino a che Mosca continuerà a destabilizzare l’Ucraina e a occupare la Crimea. E’ troppo presto per dire che Trump si sta normalizzando. Notiamo, al contrario, che queste mosse della nuova circospezione trumpiana sono state tutte messe in atto da membri dell’Amministrazione, non dal vulcanico presidente. Ma come la chiusura di Guantanamo promessa da Obama e mai arrivata, anche Trump dovrebbe notare che nella politica estera americana ci sono delle costanti che è meglio maneggiare con cura. I suoi sottoposti l’hanno notato. Bisogna vedere cosa farà il presidente.

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