Roberto Saviano (foto LaPresse)

Trump e l'imbroglio dei savianei

Giuliano Ferrara

I trumpettari de sinistra mi fanno impazzire di gioia, e quelli né carne né pesce, grillini e terzisti, addirittura mi eccitano. Il caso Saviano mostra la falsità della buona coscienza di certi progressisti da sballo

Tu guarda dove finiscono le persone banali, che sanno vendere ma non sanno scrivere, che sanno farsi votare ma non hanno idea della società e del governo, e attraverso lo specchio hai il ritratto della tua epoca. Saviano finge di apprezzare la manifestazione di Washington, ma è roba vecchia, dice. Lo avevo beccato trumpettaro di ritorno già prima delle elezioni di novembre scorso, ma ora esce allo scoperto dissimulando, com’è costume dei banali bugiardini. Gribbels è entusiasta anche lui degli uomini nuovi, un vecchio arnese del Kgb e il suo puppet celebrity showman, e vorrei vedere: che cosa non si fa per competere con Salvini a Coblenza, addirittura a Coblenza invece che nella Corea dl Nord, la Svizzera secondo lui dell’oriente. Poi ci sono i comunisti come Toni Negri i sirizisti di complemento di tutta Europa, anche loro messi in disoccupazione dal pop di Trump, che non è Hitler, lo sappiamo, ma è la legittimità di una democrazia sfasciata. I trumpettari de sinistra mi fanno impazzire di gioia, e quelli né carne né pesce, grillini e terzisti, addirittura mi eccitano. Berlusconi è l’unico con la testa sulle spalle, ma deve ricordarsi che lui ha portato Putin alla Nato e The Donald sta portando la Nato da Putin, e la differenza è notevole, a suo vantaggio (di Berlusconi, dico).

Com’è che a forza di girare, mentre a me capita di ammirare donne, musica etnica, show di Sabine Guzzanti con le palle come Ashley Judd, la nasty woman che gliele ha cantate nel mall di Washington, ma sempre in nome di sacri principi tra cui la libertà di parola e di stampa, a loro capita di identificarsi con il cialtrone in chief. Forse perché sono dei cialtroni essi stessi? L’America e il mondo vanno meglio di come loro pensano, il Partito comunista cinese continua a dare da mangiare a un miliardo e mezzo di uomini attraverso la globalizzazione di Xi, e alla seconda economia del mondo si affianca la terza guidata dalla immensa figlia di un pastore protestante venuta dall’Est, la cara Angela. Ogni giorno 250.000 persone escono dall’estrema povertà. Il mondo gira, e gira bene. Fanculo le classi medie esauste, frustrate e imbizzarrite, sono sempre state la feccia dell’umanità. Hanno spiantato il Michigan, con l’aiuto dell’Fbi e di tipini alla Snowden e alla Assange, ma lì si fermano. Non siamo appesi a una manciata di voti arrugginiti, e ai proclami paramessianici sul popolo eletto nelle mani del televisionista, sono loro che sono appesi alla nostra capacità di reazione.

L’ultimo regalo che ci ha fatto Obama, sommo retore che ha alla fine impattato nella forza di gravità, sarà spacchettato piano piano. Tra gli applausi dei savianei, metterà a segno qualche colpo, farà anche qualcosa di grande, di follemente apprezzabile, ma nel microcosmo della sua democrazia malata di popolo e nazione e razza si ritrovano solo i peggiori, i cacciatori sfortunati di photo-opportunity, i posteggiatori abusivi con ambizioni di stato. Io sto con Madonna, anelo ai suoi disgraziati pompini elettorali, e sono sicuro che l’incubo si rivelerà per tale e presto o tardi, forse presto, ci risveglieremo tutti. Quello di Trump è un programma politico, duro ma politico, un programma anche ambizioso, lo so, lo scrive Chritopher Caldwell, che non è un banale Saviano ma un neoconservatore coi fiocchi. Faccia, ne ha il pieno diritto, come hanno pieno diritto di fare il Congresso americano, le magistrature, la stampa, governi e opinioni pubbliche di tutto il mondo, o quel che ne resta. La storia non finisce qui. Può essere che Jared Kushner sia una benedizione per lo Stato d’Israele, può essere che James Mattis, mad dog alla guida del Pentagono, sia una benedizione per la guerra al radicalismo islamico, all’islam politico, insomma all’islam. Vedremo. L’importante è registrare adesso quanto sia falsa, quanto sia sempre stata falsa, la buona coscienza di certi progressisti da sballo.

Quelli che hanno generato il fenomeno Trump, quelli che adesso lo corteggiano non solo a Coblenza, anche nel paese dei balocchi antiberlusconiani, anche nella Grecia delle mille brigate. Noi liberisti sfrenati siamo e restiamo internazionalisti, tutori di finanza e stato di diritto, tutori dei diritti e della globalizzazione delle libertà, islam compreso. Certo, Bush non è capace di mettersi un impermeabile, abbiamo visto. Obama e la grandissima Michelle hanno ballato un’ora di troppo. Hillary è stata pessima, si è dimenticata di fare propaganda elettorale negli stati in cui ha perso per una manciata di voti. Non ci possiamo fare niente, ma da qui, Europa e Italia, da qui, Francia e Germania, e se Theresa Maybe consente anche da Londra, dove a manifestare erano in decine di migliaia e la City se Dio vuole approfitta delle circostanze ma non perdona, il castigatore delle frontiere aperte sarà castigato. 

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.