File di rifugiati nelle stazioni ferroviarie tedesche (foto LaPresse)

Grande notizia per la Merkel: i rifugiati trovano lavoro, in fretta

Daniel Mosseri

L’ultimo studio dell’Istituto per l’economia mondiale di Keil dice che per il 2018 il 50 per cento dei rifugiati avrà un’occupazione

Berlino. Ci vorranno ancora due anni, ma per allora i rifugiati in Germania con un’occupazione saranno più numerosi di quelli in cerca di lavoro. La previsione, che non mancherà di compiacere la cancelliera Angela Merkel, proviene da una fonte attendibile: l’Istituto per l’economia mondiale (IfW) con base a Kiel. Fra i più apprezzati centri di ricerca tedeschi, l’IfW fa parte con altri think tank del Gemeinschaftsdiagnose, il gruppo consultato due volte all’anno dal governo federale per capire la direzione dell’economia nazionale. Le proiezioni sull’integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro in Germania, anticipate dagli esperti di Kiel, sono incluse nel forecast trimestrale sull’economia tedesca, l’Eurozona e il mondo atteso per giovedì. “Oggi 160 mila rifugiati hanno trovato un’occupazione”, spiega al Foglio l’esperto di mercato del lavoro dell’IfW, Dominik Groll, “e secondo le nostre previsioni entro la fine del 2018 il numero dei rifugiati occupati salirà a 410 mila”. Ovvero oltre il 50 per cento di quelli che saranno disponibili sul mercato del lavoro tedesco. Per allora altri 204 mila profughi dovrebbero essere registrati come disoccupati mentre in 192 mila si saranno iscritti a corsi di formazione.

 

Nel 2015 il numero dei richiedenti asilo in Germania ha toccato le 890 mila unità e nei primi dieci mesi del 2016 – ossia dopo lo strozzamento della via balcanica – altre 210 mila persone hanno chiesto la protezione del governo di Berlino. Eppure “il tasso di disoccupazione in Germania sta continuando a scendere: era al 6 per cento a novembre contro il 6,2 di pochi mesi fa”, sottolinea Groll. Non significa che l’economia tedesca abbia assorbito in pochi mesi oltre un milione di stranieri digiuni di Goethe: semplicemente gran parte di loro non risulta in cerca di occupazione. La maggior parte dei profughi è infatti impegnata nei corsi di formazione o in quelli di integrazione per imparare il tedesco, il funzionamento del sistema-Germania o come si scrive un curriculum. Oggi i rifugiati sono nascosti sotto il tappeto delle statistiche, ma se con la progressiva fine dei corsi per stranieri il numero dei disoccupati fra i richiedenti-asilo è destinato a crescere, “secondo le nostre previsioni la creazione di posti di lavoro nel paese sarà tale da compensare il fenomeno”. Basandosi sui dati dell’Istituto per la ricerca sul mercato del lavoro (Iab) di Norimberga, l’IfW ha studiato la velocità con cui i rifugiati hanno trovato un’occupazione in Germania negli ultimi mesi. Sulla base delle proiezioni sul ciclo economico, i ricercatori di Kiel hanno applicato quel ritmo ai profughi arrivati per ultimi ricavandone la stima di 410 mila nuovi lavoratori nei prossimi 24 mesi. “E’ evidente che se i rifugiati non ci fossero, il tasso di disoccupazione scenderebbe ancora più in fretta”, osserva Groll. “Ma non si può sostenere che i richiedenti-asilo lo facciano aumentare”.

 

Lo studio si basa su alcune ipotesi, che prevedono che ogni mese il 3 per cento dei rifugiati continui a lasciare la Germania e che il 2 continui a trovare lavoro. E ancora che fino a tutto il 2017 gli arrivi continuino al ritmo di 16 mila al mese, per calare poi a 10 mila. La ricerca ipotizza anche che, come oggi, solo il 60 per cento delle domande di asilo sia accolto, che il restante 75 per cento dei rifugiati sia in età da lavoro e che, fra questi, il 75 per cento sia disponibile sul mercato del lavoro. Ma la proiezione è positiva per la cancelliera che ha accolto centinaia di migliaia di rifugiati in fuga dal medio oriente nonostante il parere contrario dell’Europa, dei tedeschi e del suo stesso partito. Da sola contro tutti Merkel aveva promesso nuova manodopera per la Germania: oggi i dati dell’IfW le danno ragione.

Di più su questi argomenti: