(foto LaPresse)

Come salvare i nuovi martiri

La questione, in fondo, è spirituale

Martino Diez
Non più Mosul o Aleppo: la guerra arriva sugli altari delle chiese europee. Il dialogo basta per difendersi dal jihad? La Chiesa e la ricerca di una terza via. Girotondo d’idee.

Come uscire da questa situazione? Innanzitutto occorre precisare chi deve uscire. E direi che i soggetti possibili di questa “uscita” sono tre: gli europei, il mondo musulmano e anche la Chiesa, che in questo caso è stata colpita in modo diretto. Riguardo al mondo musulmano, l’attacco di Rouen mi sembra confermare un’osservazione: nell’islam ci sono dei limiti, dei tabù – come il divieto di colpire i luoghi di culto – che sono stati infranti una volta di più. Ciò sta a significare che il contagio della violenza investe ormai in profondità il mondo musulmano. E’ una tragedia immane, basta pensare alla Siria.

 

Per quanto riguarda l’occidente, René Girard insegna che l’essenziale è non cedere al mimetismo. La prima reazione, confessata o inconfessata, sarebbe infatti quella di rispondere con lo stesso tono, ma questa è esattamente la trappola che perpetua il conflitto e lo conduce agli estremi. Non farlo significa dare prova della superiorità morale che l’occidente deve opporre ai terroristi. La domanda allora diventa: l’occidente è in grado di farlo? Si parla dei nostri valori, certo, ma tutto rimane vago e vacuo. Spesso sono parole che non hanno alcun retroterra. Come scriveva un amico francese, diremo che siamo tutti padre Jacques, come abbiamo detto che eravamo tutti Charlie Hebdo? E’ una domanda provocatoria, ma chiarisce bene la sostanza del problema, che ha a che vedere con la difficoltà attuale dell’Europa a fare i conti con la propria storia e con il Cristianesimo che vi ha contribuito in modo decisivo.

 

Per quanto riguarda la Chiesa, e senza voler anticipare il giudizio canonico, mi sembra evidente che siamo dinanzi a un episodio di martirio. E questo mi pare spieghi anche la reazione composta della Chiesa: il martirio non è un impensato, è un’evenienza chiaramente prevista nei Vangeli e in questo nuovo secolo i martiri, come ha ricordato tante volte Papa Francesco, sono già numerosi, ovunque nel mondo. La pressione è indubbia, ma pensare di risolvere tutto con la sicurezza (che naturalmente è necessaria) è una mera illusione. La questione al fondo è spirituale. Come ha ricordato il cardinale Angelo Scola, il martire è precisamente colui che interrompe la spirale di vendetta in cui il mondo rischia di avvitarsi.

 

Martino Diez è direttore scientifico della Fondazione Oasi

Di più su questi argomenti: