Dieci giorni di ordinarie stragi jihadiste nel mondo

Giovanni Battistuzzi
Negli ultimi giorni oltre cento persone sono decedute per mano jihadista. Gli attentatori hanno colpito ovunque, dalla Costa d'Avorio alla Turchia, dal Belgio a Israele, dalla Somalia all'Egitto. Una strage continua che non si placa.

 

In Europa è stata un'escalation, gli attentati si stanno intensificando, stanno diventando sempre più cruenti e ravvicinati. Ma il pericolo islamista è tutt'altro che un problema solo europeo. Come segnalato dal columnist del Wall Street Journal Sohrab Ahmari non passa giorno senza che si registri un attentato, una strage, un tentativo di uccidere nel nome di un'ideologia religiosa. Negli ultimi dieci giorni oltre cento persone sono decedute per mano jihadista. Gli attentatori hanno colpito ovunque, dalla Costa d'Avorio alla Turchia, dal Belgio a Israele, dalla Somalia all'Egitto.

 

Prima delle bombe esplose martedì a Bruxelles, prima delle 34 vittime e degli oltre duecento feriti c'è altro. C'è lo Stato islamico in medio oriente, i suoi tentacoli che colpiscono l'Europa, l'Africa, Israele, ovunque la cultura occidentale (e non) cerca di non essere soggiogata dalla follia islamista.

 

Dalle bombe dell11 marzo del 2004 a Madrid a quelle nella capitale belga di martedì il jihadismo nel nostro continente ha provocato 444 morti e 3.186 feriti. Una lunga striscia di sangue che ha cambiato in parte il nostro atteggiamento nei confronti delle stragi e della violenza terroristica.

 

 

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