Perché la Corea del nord non userà la Bomba (per ora)

Giulia Pompili
Le minacce di un "attacco preventivo" contro America e Corea del sud fanno parte della propaganda interna di Kim Jong-un. Come siamo arrivati fin qui

WAR GAMES. Oggi sono iniziate le annuali esercitazioni militari tra America e Corea del sud, che quest’anno si chiamano Operation Plan 5015. Andranno avanti fino al 30  aprile e saranno le più imponenti degli ultimi quattro anni. 17 mila le Forze americane coinvolte, 300 mila quelle sudcoreane. La Oplan di quest’anno segue una strategia nuova. Negli anni passati le esercitazioni congiunte tra America e Corea del sud avevano come obiettivo quello di preparare la coalizione militare a un eventuale attacco nordcoreano. Da quest’anno, però, la strategia è cambiata radicalmente. I soldati dell’alleanza si esercitano su un vero piano di rovesciamento del governo di Pyongyang, con attacchi preventivi sui siti militari e nucleari nordcoreani. I dettagli dell’esercitazione naturalmente non sono pubblici. Si sa che in campo ci sono le Forze speciali americane, e qualche mese fa un ufficiale sudcoreano disse alla stampa di essere preoccupato perché i militari avrebbero messo in scena anche una “decapitazione” del leader Kim Jong-un. Al comando del Pacom, le Forze armate militari nel Pacifico, e della parte statunitense delle esercitazioni c’è l’ammiraglio Harry Harris, che il Foglio aveva ritratto qui.

 

LE REAZIONI. Le esercitazioni Oplan 5015 sono le prime dopo il test della bomba termonucleare rivendicato da Pyongyang il 6 gennaio scorso e dopo il test di un missile balistico del 7 febbraio scorso, anticipato di 24 ore sulla finestra di lancio annunciata. Questa mattina numerosi media internazionali aprivano con la notizia delle minacce nordcoreane di un “attacco preventivo” contro l’occidente. La Commissione di Difesa Nazionale nordcoreana, citata dall’agenzia di stampa Kcna, ha fatto sapere di avere “un piano per colpire l’America e liberare la Corea del sud”. Di solito questo tipo di minacce serve per la propaganda interna: nessun dittatore, per quanto pazzo sia, deciderebbe di annunciare un attacco mentre i suoi due nemici eseguono le più grandi esercitazioni militari della storia davanti alla porta di casa sua. Ma perché Kim Jong-un è così nervoso?

 

LE SANZIONI. A seguito dei due eventi provocatori da parte di Pyongyang, Washington ha iniziato a lavorare con i suoi alleati nel Pacifico e con i membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu per approvare nuove sanzioni economiche contro la Corea del nord. L’approccio isolazionista americano non è mai stato condiviso dalla Russia e dalla Cina, entrambe membri permanenti del Consiglio. Pechino in particolare viene considerata responsabile delle frequenti provocazioni nordcoreane, essendo la Cina l’unico paese in grado di avere una reale influenza (soprattutto economica) su Pyongyang. Le nuove sanzioni contro la Corea del nord (risoluzione 2270) sono state approvate mercoledì scorso all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Si tratta di una risoluzione storica, perché – appunto – coinvolge anche la Cina, ormai stanca dell’imprevedibilità nordcoreana.  Le nuove sanzioni sono dure. Colpiscono il programma nucleare e missilistico nordcoreano, tutte le piccole armi non ancora sotto embargo, e alcuni prodotti che non erano ancora considerati “di lusso”.

 

UN ANNO FA LO SCANDALO SONY. A seguito del presunto coinvolgimento della Corea del nord nell’hackeraggio della casa di produzione del film “The Interview”, l’Amministrazione Obama aveva approvato nuove sanzioni contro Pyongyang. Che, però, si erano rivelate un boomerang per la strategia di Washington.  Nello stesso periodo un report del Consiglio di sicurezza dell’Onu spiega che le sanzioni economiche vengono sistematicamente eluse dalla Corea del nord, la quale si servirebbe anche di “diplomatici, funzionari e rappresentanti di commercio nordcoreani” all’estero. Esattamente un anno fa, il Foglio scrisse di un agente dei servizi segreti nordocreani che lavorava sotto copertura al World Food Programme di Roma con passaporto diplomatico.

 

LA NAVE CARGO NELLE FILIPPINE. Dopo l’approvazione delle nuove sanzioni da parte dell’Onu, Pyongyang ha sparato 6 missili a corto raggio nel mare, da Wosan, sulla costa est.

 

Nel frattempo le Filippine diventavano il primo paese a mettere in pratica le nuove regole dell’Onu sulle “ispezioni obbligatorie dei carichi commerciali”. Oggi è stata confiscata, su decisione di Manila, la Jin Teng, una nave cargo battente bandiera della Sierra Leone che operava per il gruppo navale nordcoreano Ocean Maritime Management, noto a chi segue i traffici di Pyongyang.

 

LA CRISI ESTIVA. Questa estate c’era stata di nuovo una crisi tra Corea del nord e Corea del sud, che si era consumata sul confine. Si era un po’ sparato sul 38° parallelo, ma la situazione era tornata distesa con i colloqui a Panmunjom tra gli ufficiali di Seul e Pyongyang.  Kim Yang-gon, l’uomo che aveva negoziato per conto di Kim Jong-un anche ad agosto, è morto il 29 dicembre scorso in un incidente d'auto.

 

LO STUDENTE AMERICANO. La Corea del nord ha ancora in custodia Otto Frederick Warmbier, studente americano di ventuno anni arrestato dalle autorità della Corea del nord il 2 gennaio scorso. Warmbier è apparso davanti alle telecamere il 29 febbraio scorso, durante una conferenza stampa organizzata perché ammettesse di aver tentato di rubare un poster di propaganda.

 



 

[**Video_box_2**]ANCORA DUE MESI. Secondo gli analisti, la tensione tra la Corea del nord e il resto del mondo salirà ancora per un paio di mesi, quando a Pyongyang si terrà il 7° Congresso del Partito dei lavoratori di Corea, del quale sappiamo ancora poco, per esempio alcuni slogan.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.