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“Infantilismo inaccettabile” di Emiliano sull'Ilva. Parla Bentivogli

Maria Carla Sicilia

Il segretario generale della generale di Fim Cisl critica gli enti locali pugliesi che, dopo il ricorso al Tar, emergono come antagonisti del processo di ristrutturazione dell’acciaieria

Roma. “In preda a un delirio di infantilismo inaccettabile”. Così il segretario generale di Fim Cisl, Marco Bentivogli, descrive in queste ore concitate per l'Ilva il comportamento di Michele Emiliano e Rinaldo Melucci, rispettivamente il governatore della Puglia e il sindaco di Taranto, che martedì hanno presentato ricorso al Tar contro un decreto del presidente del Consiglio dei ministri con nuove regole ambientali per l'acciaieria pugliese. 

In seguito al ricorso il ministro Carlo Calenda ha deciso di congelare le trattative con ArcelorMittal, mettendo in discussione l'intero processo di salvataggio del polo siderurgico. Intanto i due continuano a restare sulla propria posizione, ritenendo il decreto “illegittimo” perché concede più tempo a Ilva per ottemperare alle misure ambientali prescritte dall'Aia. “Non tutela la salute dei cittadini”, ha detto il governatore, invitando il governo e il ministro Calenda a “stare calmi” e non creare “panico inutile”. 

 

“Noi chiediamo formalmente di ritirare il ricorso, subito”, spiega il sindacalista. “La trattativa è saltata, l'azienda ha perso competitività, produzione e occupati. L'ambientalizzazione viene rimandata. Dobbiamo dimostrare responsabilità”. Secondo Bentivogli impugnare il decreto porterà solo rallentamenti alle opere di ambientalizzazione, a partire dalla copertura dei parchi minerari che il decreto anticipava già a gennaio impegnando 400 mila euro a carico di governo e commissari, da mettere poi sul conto della nuova proprietà. “Bisognerà ringraziare Emiliano se i lavori a gennaio non partiranno”. 

 

Il decreto secondo Emiliano nuoce alla salute dei cittadini. E' un problema che se esiste vi sarete posti anche voi per i lavoratori, no? “Per i lavoratori dell'Ilva la questione ambientale conta, ma pensano che la strada di Emiliano non sia quella risolutiva. Il dpcm impugnato in realtà accelera le opere previste dall'autorizzazione ambientale – che regione e comune di Taranto hanno a suo tempo firmato – e le finanzia. Il motivo vero per cui Emiliano e Melucci hanno chiamato in causa il Tar è per riaccendere i riflettori e rivendicare un posto al tavolo tra governo e sindacato, a cui gli enti locali non prendono parte perché siedono invece a un tavolo parallelo”. Ma le priorità nel confronto in questo momento sono altre. “Si discute innanzitutto degli esuberi”, di fronte ai quali “serve senso di responsabilità”, dice Bentivogli. 

 

Poi ci sarà da verificare la posizione dell'Antitrust europea rispetto a eventuali problemi di concorrenza nel passaggio del gruppo Ilva a ArcelorMittal: “Di fronte a questi scogli non ci aspettavamo che la regione aggiungesse difficoltà”. C'è una campagna politica dietro? “Questi di Emiliano non sono modi che funzionano nemmeno per la campagna elettorale. Già nelle primarie contro Renzi, Emiliano è andato malissimo nel quartiere Tamburi. Chi continua a dire 'chiudiamo l'Ilva perché c'è ben altro' si è accorto che intorno all'Ilva le altre fabbriche hanno chiuso. Il benaltrismo di questi si chiama disoccupazione. E i metalmeccanici lo sanno”.