Nel derby per Abertis i catalani respingono Pérez e guardano Benetton

Ugo Bertone

Criteria Caixa frena l'offensiva di Acs del patron del Real Madrid e favorisce Atlantia per creare un campione delle autostrade

Milano. Sembra che stavolta non basti un campione che viene dalla Alemania, come Toni Kroos, il gigante della nazionale tedesca approdato alla corte del Real Madrid, simbolo del primato della Spagna contro le province ribelli, a partire dall’irriducibile pattuglia blaugrana, bandiera della Catalogna ribelle. La Criteria Caixa, la Fondazione che ha accolto l’eredità delle casse di Catalogna travolte dalla crisi del 2011, ha rimandato ieri al mittente l’offerta della Invencible Armada guidata da don Florentino Pérez, presidente del Real Madrid ma anche di Acs, una delle più importanti società di costruzioni del mondo, incaricato (in via ufficiosa) dal governo Rajoy di sbarrare il passo agli italiani di Atlantia in Abertis, la capofila delle autopistas. Ma i notabili di Criteria Caixa, la cui sede operativa domina la Diagonal, nel cuore della City di Barcellona, hanno opposto un cortese ma netto no. O, per meglio dire, il consiglio della Fondazione, che detiene poco più dl 20 per cento di Abertis, ha sposato l’offerta della società che fa capo al gruppo Benetton.

 

“Criteria – recita la nota ufficiale a proposito dell’offerta italiana – tenendo conto delle considerazioni industriali del progetto, valuta positivamente l’offerta e l’intenzione, a oggi, è di accettare l’offerta con tutte le sue azioni aderendo all’opzione dello scambio”. Il che significa che l’istituto di fatto si propone di diventare socio della holding con base a Roma grazie a un concambio che ai prezzi attuali valorizza ciascun titolo Abertis poco meno di 19 euro. E tanti saluti a Pérez, salvo colpi di scena sempre possibili in una patita plurimiliardaria (secondo gli analisti, ci vorranno almeno 19 miliardi di euro per tagliare il traguardo). Per carità. I collegamenti tra politica e mondo del business non sono sempre lineari. Ma non è facile sfuggire alla sensazione che in qualche maniera il “no” catalano si collega agli umori sempre più radicali che corrono nella terra del Barça. L’offerta di Acs, infatti, sembrava destinata ad avere la meglio: 18,76 euro per ogni azione Abertis contro i 16,5 euro offerti dalla società guidata da Giovanni Castellucci. Certo, la cordata italiana è pronta a pagare cash, la formula preferita anche ai tempi della moneta virtuale. La contro-Opa spagnola, al contrario, prevede una parte in contanti, l’altra in azioni di una controllata di Acs, la tedesca Hoctief con la prospettiva di una quotazione a Francoforte per i soci, per lo più catalani, della concessionaria autostradale.

 

Un’operazione macchinosa, a più tappe e di esito incerto perché Hochtief, dovrebbe comunque far precedere l’offerta da diverse operazioni finanziarie preliminari, necessarie per rientrare in parametri di indebitamento accettabili anche attraverso la cessione della società delle torri di trasmissione Cellnex, oggetto di un possibile merger con Rai Way (subito schizzata all’insù all’annuncio dell’offerta di Acs) . Anche per questo Pérez non ha trovato, per ora, compagni di viaggio per l’avventura, dopo il rifiuto della famiglia Vilar Mir, altro grande azionista, o dei fondi Tci. Ma, come ha sottolineato un report di Equita Sim, l’offerta del presidente del Real Madrid è stata “assai più aggressiva” del previsto, a conferma che don Florentino, uno a cui non piace partecipare bensì vincere, ci tiene per davvero a creare il più importante gestione autostradale del pianeta, combinando le concessioni di Abertis in Spagna, Brasile, Germania, India, Cile, Marocco e Australia con Hochtief, colosso tedesco delle costruzioni. Ma è facile, a questo punto, che il traguardo possa venir tagliato dal gruppo Benetton anche se la strada che conduce al successo promette di essere ancora lunga, irta di ostacoli frapposti dai regolatori di mezzo mondo o dalle trappole lungo il percorso predisposte non solo dall’avversario madrileno ma soprattutto da una folta schiera di fondi speculativi e investitori di altro genere decisi a spuntare il prezzo più alto. Nella scia dei consiglieri di Abertis che hanno giudicato ieri l’offerta italiana “buona ma migliorabile”. Insomma, anche nei giorni della secessione, le partite, sia in finanza sia al Bernabeu o al Camp Nou, si vincono grazie al dinero.

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