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Contro i demonizzatori di Ryanair

Redazione

Un clamoroso errore (rimediato) non sarà un dramma per O’Leary

Ryanair ha fatto sapere nei giorni scorsi che è stata costretta a cancellare circa cinquanta voli al giorno nelle prossime sei settimane per fronteggiare una momentanea indisponibilità di equipaggi dovuta a una cattiva programmazione nella gestione dei turni ferie dei piloti che, secondo le regole irlandesi, dove la compagnia ha sede, devono essere smaltite entro dicembre anziché a marzo, quando scade l’anno fiscale. Un disagio fisiologico, non patologico. La vicenda ha comportato cattiva pubblicità alla low cost nel giro di vent’anni è diventata la compagnia aerea più grande d’Europa (120 milioni di passeggeri trasportati nel 2017, primo vettore in Italia) che negli anni aveva migliorato la sua reputazione.

 

Le compagnie low cost sono diventati attori essenziali nel trasporto aereo europeo dal 1997, anno della liberalizzazione. Il ceo di Ryanair, Michael O’Leary, ha ammesso l’errore e ha promesso di compensazioni per i circa 400 mila passeggeri, una stima per eccesso, che potranno cambiare il loro volo. Ryanair non ha potuto tuttavia evitare di attirare critiche e di risollevare dubbi sul trattamento del personale e sulla affidabilità in un momento delicato. Ryanair è in gara per rilevare asset di AirBerlin e Alitalia fallite dopo i tentativi di rilancio da parte di Etihad, terza compagnia mediorientale. Ryanair aveva detto di voler acquisire 90 aerei con i relativi equipaggi dall’amministrazione straordinaria di Alitalia in concorrenza con easyJet e Lufthansa. Nonostante le critiche dalle associazioni dei consumatori O’Leary non perderà la chance di fare un’offerta per Alitalia, ha detto il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Non sarà dunque un clamoroso disguido a fare perdere quota a Ryanair o, peggio, a incoraggiare la ristatalizzazione di Alitalia.

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