Foto LaPresse/Marco Alpozzi

La Bce conferma la sua politica monetaria, ha detto Mario Draghi

Redazione

Confermati i tassi di interesse ai livelli attuali. Se l'andamento dell'inflazione lo richiederà, la Banca centrale europea è pronta ad estendere il quantitative easing 

Roma. Tassi di interesse ancora bassi, confermati ai minimi storici, e la possibilità di estendere il Quantitative easing se necessario. Su questi due punti continuerà ad agire la politica monetaria della Banca centrale europea (Bce), come ha spiegato il presidente Mario Draghi durante la conferenza stampa tenutasi dopo la riunione del Consiglio direttivo di questa mattina.

 

Una conferenza stampa dalla quale gli analisti non si aspettavano nessuna decisione rilevante. E come da attese Draghi ha voluto solamente precisare le dichiarazioni contenute nel comunicato ufficiale, senza dare possibilità ai giornalisti di elaborare aspettative né sulla politica monetaria futura né sulle sensazioni della Bce riguardo il ballottaggio per le presidenziali francesi.

  

Draghi ha detto che è ancora opportuno sostenere “un elevato livello di accomodamento monetario”, anche se sembrano diminuiti i rischi al ribasso sulla crescita dell'eurozona e la ripresa sta diventando più solida. L'obiettivo è arrivare ad un tasso di inflazione del 2 per cento in tutta l'area euro, diminuendo il divario tra i diversi paesi. “Il nostro mandato non è definito sull'andamento dei singoli paesi" – ha detto riferendosi a recenti critiche di Wolfgang Schäuble, ministro delle Finanze tedesco ipercritico delle politiche espansive – e per questo “guardiamo alle medie”. Rispondendo ad una domanda sui bassi tassi di crescita dell'Italia, Draghi ha precisato che “Il mandato non è sulla crescita, ma sulla stabilità dei prezzi e quindi sul tasso di inflazione per l'intera eurozona”, perciò la Bce guarderà all'andamento medio per decidere la progressiva uscita dalla fase di stimoli straordinari.

   

Sono andati sistematicamente a vuoto i tentativi dei cronisti di carpire da Draghi qualche indicazione dell'umore della Bce rispetto alle prossime elezioni dei governi in diversi paesi, in primis in Francia dove si confrontano l'europeista Emmanuel Macron e l'euroscettica Marine Le Pen. Draghi ha precisato che la Bce si occupa di politiche economiche, non di politica. "Non prendiamo le nostre decisioni di politica monetaria sulla base di possibili risultati elettorali", ma la Bce valuta l'impatto che l'"incertezza politica" può avere sui tassi di inflazione come fattore, tra gli altri, capaci di influenzare la politica monetaria.