Il Commissario Ue Pierre Moscovici (foto LaPresse)

La Commissione Ue allontana le elezioni anticipate

Redazione

Bruxelles presenta le stime di crescita per l'Italia, promuove l'impegno del governo sulla manovra correttiva e avverte: "Rischi al ribasso per l'incertezza politica"

C'è poco da festeggiare. Non fosse altro perché, in un quadro generale che vede l'Eurozona crescere dell'1,7% nel 2016, dell'1,6% nel 2017 e dell'1,8% nel 2018, l'Italia resta in fondo alla classifica. Secondo le stime della commissione Ue, infatti, il nostro Paese farà registrare un +0,9% nel 2016 (comunque un rialzo rispetto allo 0,7% precedentemente stimato), +0,9% nel 2017 e 1,1% nel 2018.

 

Ma al di là del dato numerico sono le parole pronunciate dal commissario Pierre Moscovici a suonare come un messaggio chiaro che Bruxelles invia a Roma. Moscovici accoglie "positivamente gli impegni politici" del ministro Pier Carlo Padoan che però, spiega, devono essere dettagliati. In ogni caso la Commissione incoraggia "il governo a adottare queste misure il più presto possibile". Guai però a parlare di un ultimatum: "C'è l'impegno ad adottare le misure entro fine aprile. Stiamo discutendo in modo costruttivo e positivo con le autorità italiane e in particolare con il ministro Padoan, non c'è alcun ultimatum,
vogliamo vedere quali saranno le misure". 

 

Insomma, l'impressione è che la Commissione dia per scontato che il governo Gentiloni debba continuare con il proprio lavoro. Non a caso Moscovici avverte: "L'incertezza politica e il lento aggiustamento del settore bancario pongono dei rischi al ribasso per le prospettive di crescita". Dopotutto i numeri su deficit non lasciano scampo: 2,4% del Pil nel 2017 con il rischio che, a politiche invariate, salga al 2,6% nel 2018. In crescita anche il debito pubblico: dal 133,1% di novembre, il valore atteso per il 2017 è pari a 133,3%. A pesare soprattutto gli interventi sul settore bancario.