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Il partito della denatalità

Redazione

L'allarmismo di Codacons e Federconsumatori sul costo dei figli

Quanto costa fare un figlio? “Non meno di 10 mila euro nei primi anni di vita”, dice il Codacons, secondo il quale “gli italiani non possono più permettersi di avere bambini”. Ancora più tranchant e dettagliata la Federconsumatori: “Anche 15 mila euro per culla, vestitini e pannolini, visto che le taglie cambiano ogni tre mesi; poi fino a 18 anni servono 170 mila euro per i redditi medi, 274 mila per i medio-alti”. È davvero una iattura che ogni tre mesi aumenti la taglia dei pannolini, un’emergenza mandare i figli a scuola: in queste condizioni, conclude Federconsumatori, “avere due figli è difficile anche per le famiglie più abbienti”. Ecco spiegati, con la stessa logica e contabilità del “risparmio tradito”, i dati certo allarmanti della natalità in Italia, scivolata per l’Istat ai minimi del Dopoguerra (474 mila nascite nel 2016, 12 mila meno del 2015). I media abboccano e rilanciano: ogni emergenza va bene per i talk-show, anche quelli ai minimi ma di intelligenza. Il terrorismo sui figli farebbe ridere, come i conti annuali del pranzo di Natale, se non rivelasse un riflesso sociale più serio.

 

Quando l’Italia era davvero povera si facevano molti figli. Se ne facevano ovunque nel Dopoguerra – da qui il baby boom – con redditi bassi e poche tutele. E se ne fanno ancora nei paesi arretrati, o viceversa in quelli ricchi a maggiore mobilità economica: Stati Uniti, Regno Unito. Eurostat segnala un aumento della fertilità nella Unione europea dal 2001 al 2015, nonostante la crisi. La maggiore è nelle repubbliche baltiche e nei paesi dell’est, dove i redditi sono più bassi, ma al top resta la Francia, grazie al fisco centrato sul quoziente familiare. Nel 2015 Albania e Turchia hanno il migliore saldo demografico assieme a Francia, Regno Unito e Scandinavia. Ma tutti usano culle, pannolini a taglie crescenti, e mandano i figli a scuola. Ciò che invece prende piede in Italia – e non da ora – è che un figlio non sia più la benedizione dei cristiani, o la scommessa sul futuro, o comunque il ciclo della vita; ma al contrario lo si debba misurare in un costo, una variabile consumeristica. È una relativizzazione neppure più da radicalismo laico: piuttosto da comune di Parigi e da Cina maoista.

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