Ed Skrein che rifiuta Hellboy e la pedanteria nerd dell'etnicamente corretto

Manuel Peruzzo

L'attore, accusato di razzismo e di complicità nella pratica di Whitewashing, rifiuta il ruolo assegnatogli. E così è diventato la Rosa Parks di Hollywood e l’eroe di internet per un giorno.

Ed Skrein ha ricevuto più applausi per aver rifiutato un ruolo di quelli ricevuti in tutta la sua carriera. L’attore inglese solo la settimana scorsa annunciava d’essere stato scelto per interpretare Major Ben Daimio in Hellboy, che nel fumetto è un personaggio di origini asiatiche. Pochi giorni fa spiegava in un tweet i motivi per cui ha rifiutato. Non aspettatevi una riga sull’aver cambiato idea nel preciso momento in cui ha ricevuto messaggi con l’accusa di razzismo e di complicità nella pratica di Whitewashing, cioè quando si scelgono attori bianchi per interpretare parti che in origine sono per persone non caucasiche. Ma aspettatevi un messaggio perfettamente conformista con le logiche che muovono il mercato oggi: “La rappresentazione etnica è importante, specialmente per me che ho una famiglia dall’eredità mista”, e anche “è nostra responsabilità morale prendere decisioni difficili in tempi difficili e dare voce all’inclusione”. Ed Skrein è così diventato la Rosa Parks di Hollywood e l’eroe di internet per un giorno.

 

Quando un conduttore chiese a Ozzy Osbourne chi potesse interpretarlo in un film, Ozzy rispose impassibile con una battuta: “Denzel Washington”. Che è poi quel che è successo a Hollywood per anni in cui bianchi interpretavano arabi, africani, asiatici. (Certo la caratteristica principale è essere desiderabili: se sei Lucy Liu puoi interpretare Maria Antonietta, se sei la Sora Lella non puoi fare Pocahontas; il white privilege vale solo se sei fico). Dai ministrel in giù, passando per Mickey Rooney che fa la parodia di un asiatico in Colazione da Tiffany, e arrivando a Scarlett Johansson contestato androide in Ghost in the Shell (alcuni ipotizzano che il flop sia dovuto anche a questa pubblicità negativa: volevano l’androide asian). Non è certo la prima volta che la cosa provoca orrore, ma è la prima volta che la pedanteria nerd che invoca coerenza all’originale si incontra con la tendenza al politicamente corretto, e insieme riescono a influenzare un casting.

 

Dal punto di vista di mercato e capitale reputazionale, Ed Skrein ha fatto bene: il suo valore è aumentato con questa decisione, ha fatto bella figura e può quindi ambire a nuove offerte. Le star di Hollywood devono seguire le stesse regole di qualsiasi azienda e accontentare il pubblico, e infatti si schierano con Ed Skrein su Instagram, per dimostrarsi sensibili e impegnati. Oltretutto, diciamolo, come puoi opporti alla dittatura del pensiero unico senza sembrare uno stronzo privilegiato?

 

Si potrebbe obiettare che Hollywood non è una democrazia rappresentativa. Si potrebbe argomentare che se l’obiettivo è combattere la discriminazione e offrire più occasioni agli attori di etnie differenti, obbligarli a un ruolo scritto originariamente per loro è una quota etnica che non ha nulla a che vedere con la qualità del prodotto o l’inclusione ma più col modo in cui ci sistemiamo la coscienza. Sei nero, eccoti una parte da amico nero; sei gay, ecco una parte per un gay; sei un attore? non ci servi, prendiamo direttamente l’uomo della strada per un neorealismo politically correct. Quante volte avete detto “bellissimo film, ho particolarmente apprezzato la trama, la recitazione e la coerenza sessuale e etnica del personaggio secondario”?. E siamo seri, quante parti asiatiche potrà mai accettare Lucy Liu? 

Seguendo questa logica della coerenza al materiale originale qualsiasi attore nero o asiatico è tagliato fuori da mezza storia del canone letterario e artistico occidentale. Ma certo, lo sappiamo, la coerenza è un pretesto per garantire un parcheggio: è lì in quanto quota pari opportunità e poter offrire un giorno a tutti un ruolo, un oscar, un protagonista di ogni etnia. Le stesse persone che si battono per la diversity sono quelle che sognano un superman interpretato da un’attrice messicana curvy, o una cat woman lesbica o Idris Elba che fa James Bond. Intendiamoci, tutto si può fare purché sia credibile, e a patto lo si faccia per uno scopo creativo superiore al “non facciamoli sentire sotto rappresentati” o ti ritrovi con un cast femminile e femminista di un brutto film come Ghostbuster, peggio di Denzel Washington che interpreta Donald Trump.

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