Abdel-Samad (foto via Flickr)

Il fronte interno

Giulio Meotti

Parla Abdel-Samad. “Il ‘fascismo islamico’ all’assalto della cultura occidentale. Stiamo perdendo”

Roma. Alcuni giorni fa, le autorità turche hanno raso al suolo il night club Reina di Istanbul, teatro della strage di Capodanno rivendicata dall’Isis, in cui furono uccise 39 persone. “Violazione della normativa edilizia”. Questa la motivazione. Quasi che le autorità neoislamiche della Turchia non aspettassero altro per liberarsi di quella sentina del vizio. Dall’11 settembre, i terroristi islamici hanno colpito una dopo l’altra le sale da ballo. Il Bataclan di Parigi, il Pulse di Orlando, le discoteche di Bali, il Dolphinarium di Tel Aviv. “Sono puro occidente ed è questo che i terroristi vogliono distruggere, la società aperta”, dice al Foglio Hamed Abdel-Samad, scrittore egiziano che vive sotto scorta in Germania e che in Italia ha appena pubblicato il suo libro più noto, “Fascismo Islamico” (Garzanti), dove spiega che l’islam soddisfa i quattordici punti dell’Ur-Fascismo di Umberto Eco. E dell’ideologia islamista è vittima lui stesso da quando, per un discorso tenuto al Cairo il 4 giugno 2013, un gruppo terroristico chiese la sua morte. “I terroristi colpiscono questi luoghi, come le discoteche, perché sono i soft target. Ma sono anche i luoghi dove gli occidentali si godono la vita”. Il terrorismo islamico è sempre più all’offensiva. “In passato, da un grande attacco a un altro, passavano uno, due anni. Un anno dopo l’11 settembre ci fu Bali. Due anni dopo ci fu Madrid e poi Londra un anno dopo. Adesso passano una, due settimane fra un attacco e l’altro. Prendiamo gli ultimi sei mesi: Berlino, Londra, Stoccolma, Parigi e ora Manchester. L’Isis è sotto pressione e, perdendo terreno, porta la sua guerra al cuore dell’occidente. Non possono sconfiggere gli eserciti, ma possono sconfiggere la cultura occidentale. Così attaccano l’Europa che considerano ‘decadente’ e moralmente debole. Sperano di far collassare il sistema”.

   

Secondo Hamed Abdel-Samad, l’occidente porge il suo volto peggiore dopo ogni attacco. “Ogni volta so esattamente quale sarà il rituale politico in tv e sui giornali. Una organizzazione islamica che si presenta per dire che ‘questo non è il vero islam’. I politici che ci ripetono che ‘no, non cambieranno il nostro stile di vita’. Ma l’Europa non ha aperto gli occhi sull’ideologia islamica. L’Inghilterra ha ospitato tanti terroristi fuggiti dai paesi arabi e paesi come Stati Uniti e Germania stringono ora grandi patti militari ed economici con l’Arabia Saudita. Stiamo tollerando questi attentati perché l’establishment pensa nel breve termine, cinque sei anni. E’ nel lungo periodo che pagheremo il prezzo più terribile. Intanto parliamo di ‘valori valori valori’. Ma stiamo perdendo la guerra. E’ vero che preveniamo molti attacchi, ma altri saranno messi a segno. Perdiamo la guerra ideologica. L’islam radicale avanza ovunque, pure in Indonesia. Con l’11 settembre, il mondo islamico si aspettava risposte ma noi abbiamo tradito pure i dissidenti, i liberali nell’islam, abbracciando il mantra dell’islam ‘religione di pace’ e quello sullo ‘stile di vita’”.

    

Il fondatore dell’islam radicale è un egiziano come Hamed Abdel-Samad, lo scrittore e pedagogista Sayyid Qutb. Trascorse un lungo periodo in America, dove si convertì al fondamentalismo. “La sala da ballo era decorata con luci gialle, rosse e azzurre”, scriveva Qutb. “La stanza era terremotata dalla musica febbrile che usciva dal grammofono. Gambe nude in movimento riempivano lo spazio, le braccia allacciavano le vite, i petti incontravano i petti, le labbra incontravano le labbra, e l’atmosfera era satura d’amore”. Il martire islamico come “testimone” della fine della città moderna, del brechtiano “Im Dickicht der Städte”, della Nuova Canaan di Dvorak che Qutb, padre del fondamentalismo islamico contemporaneo, vide a New York “satura di lussuria”. Qutb rimase sconcertato dalla donna americana, “che conosce benissimo le bellezze del suo corpo: il volto, gli occhi ammiccanti, le labbra piene, il seno florido, le natiche rotonde e le gambe lisce. Si veste con colori vivaci che risvegliano istinti sessuali primitivi, non nasconde niente, e aggiunge al tutto la risata eccitante e lo sguardo ardito”.
“Sayyid Qutb è il simbolo dei musulmani occidentali di oggi”, continua al Foglio Hamed Abdel-Samad, intellettuale egiziano sotto scorta in Germania e che in Italia ha appena pubblicato per Garzanti il libro “Fascismo islamico”. “Quando andò in America, Qutb era un egiziano laico. Ma entrò in contatto con il materialismo dell’occidente ed ebbe paura della libertà. Qutb si sentì sconfitto. La sua storia si ripete oggi con i musulmani europei. Le famiglie non li preparano al mondo, dicono loro che ‘gli occidentali dormono con più donne, usano droghe, bevono, non hanno valori’. Questi musulmani non riescono a gestire questa tensione e proteggono la loro visione del mondo ricorrendo spesso alla violenza. Il problema dell’occidente è di non credere invece in se stesso. L’Isis è molto onesto nel suo odio per i valori occidentali. Poi c’è Erdogan, quello che chiamo il ‘fascismo light’, e che dietro ha lo stesso odio. Tutti questi musulmani vogliono morire per il loro Dio e per purificare il mondo”.

    

Intanto, proliferano i veli islamici in Europa, scompaiono le vignette dai giornali e nei tribunali torna in auge il delitto d’opinione sull’islam. “Oggi sono l’unico in Germania a pubblicare libri critici sull’islam, e per questo ho sempre con me dei poliziotti, non ho più una casa e anche quando devo comprare il pane sono protetto”, continua Abdel-Samad al Foglio. “Ma la sinistra liberal è concentrata a denunciare la ‘islamofobia’. In Francia la casa editrice Piranha ha rifiutato il mio libro dopo averlo acquistato, come tre case editrici tedesche si sono rifiutate (il libro a Parigi è uscito di recente per la casa editrice Grasset, ndr). E’ ovvio che la maggioranza dei musulmani è pacifica, ma anche i tedeschi lo erano nel 1933. La maggioranza non conta”.
Secondo Abdel-Samad, il problema non è la falla dell’intelligence o le bombe intelligenti, ma il nostro fronte interno. E’ lì che l’occidente deve vincere la sua guerra con l’islam radicale. “Non siamo pronti a difendere i nostri valori così come i terroristi sono pronti a uccidere per i loro. All’islam radicale è stato consentito di crescere fino a diventare un mostro, con l’Europa che ha relativizzato il pericolo. Cosa altro deve accadere? Ho paura che sia troppo tardi. Che abbiano già considerato come chiusa questa partita”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.