Valeria Ciarambino, la consigliera del M5s chiamata "chiattona" da Vincenzo De Luca (LaPresse)

Ciccioni, chiattoni di tutti i paesi non vergognatevi

Giuliano Ferrara

La dileggiata da Vincenzo De Luca dovrebbe riflettere. Essere bene in carne è attributo quasi divino, e i grassi spesso ne hanno capita una più degli altri

Avrei voluto di nuovo sparlare di Trump l’impostore, quello che mantiene le promesse, ma non ne vale la pena. Si sta cuocendo da solo nel fuoco vivo della sua ricerca di gloria televisiva, e con lui sono a bollire i pavidi repubblicani americani, la Le Pen, che si è dovuta rifugiare a Mosca per avere una photo-opportunity, ché alla Trump Tower gli inservienti le hanno soltanto servito un penoso caffè, e Salvini che travestito da turista, gli viene bene, ha scroccato una fotina da uno che non sapeva nemmeno chi era, il capo della Lega. Varrà la pena quando qualcuno farà la fatica, io non sono faticone, di mettere insieme tutte le sciocchezze che sul fenomeno sono state scritte dagli intellettuali europei e da politici di riporto: allora, in epoca spero di impeachment o di anestesia del soggettone, sarà divertente stroncare il vastissimo partito trasversale dei cretini alla ricerca di motivazioni sociologiche pensose per giustificare questo tremendo incidente stradale.

Oggi è politicamente più opportuno chiattare (proto, ho scritto chiattare di proposito!). Dicono che chiattona è un insulto. Ma io sono e mi dico chiattone, grasso, obeso, ciccione, pingue, e certe cose hanno smesso di farmi soffrire, almeno in età matura, e la dileggiata di Vincenzo De Luca, detta da lui chiattona, dovrebbe riflettere. Fortuna intelligenza talento non stanno nel punto vita, ma nel giro di testa e per i sentimentali nel cuore. Essere bene in carne è attributo quasi divino, la divina pinguedine del Buddha, e i cristiani si vantano da sempre di aver trasformato il cuore di pietra dei pagani in un cuore di carne. A un recente pranzetto politico parigino, per me molto istruttivo, ho detto che temo Marine contro Emmanuel nell’ultimo dibattito telé perché lui è disincarnato e lei è charnelle. Mi hanno spiegato che in francese charnelle è inevitabilmente un’allusione alla sessualità, all’erotismo. A volte l’italiano batte il sublime francese due a uno, per noi la sfumatura del materialismo e della sensualità politica c’è. Ma è raro che in fatto di nuance siamo noi a prevalere. E comunque charnelle, un altro modo di dire chiattona, è un complimento ispirato al principio di piacere anche in francese. Non si deve per alcuna ragione rinunciare alla versatilità carnale, appunto, della lingua che altrimenti si trasforma in segaligno, in lingua di legno, in segatura.

Chissenefrega se il modello corrente è il fisico dell’atleta, lo è sempre stato ed è per lo più sinonimo di gioventù, o della modella. Io per esempio se vedo Andrea Ferreol o Jeanne Moreau le riconosco nelle loro abbondanze, chi più chi meno, Kate Moss non saprei distinguerla tra tante. “Chiattino”, avrebbe dovuto rispondere la chiattona a De Luca, perché anche lui è in forma ma non manca di ciambelle. Tutto ma non la denuncia di un insulto. Dov’è l’insulto? Si dirà, è nell’intenzione. Ma quella, salvo per i banalotti che danno su Twitter di ciccione a @ferrarailgrasso, e sono tanti specie tra i magrissimi 5stellati, è da presumere sempre intenzione bonaria. D’altra parte mi hanno sempre dato di craxiano quando dicevo a tute lettere che mi piaceva Craxi. Le risorse dell’immaginazione non sono infinite. Quando un’amica mi fa il suo complimento preferito, ah! come sei dimagrito, un po’ mi offendo. Come si permette, sono cose che si pensano dei malati e non si dovrebbero mai dire, tanto meno come complimento.

Ho una notizia per moderni e postmoderni. I grassi, i chiattoni, scrivono (Balzac), recitano e dirigono opere immortali (Welles, Laughton), guidano popoli in guerra fino alla vittoria (Churchill), spesso ne hanno capita una più degli altri, la loro estroversità è oraziana, una poetica della rinuncia e della malinconia messa al servizio della migliore conversazione e dell’amicizia. Ciccioni, chiattoni di tutti i paesi, non vergognatevi. Avete da perdere le vostre calorie e i vostri lipidi, ed è un bel perdere. Non esagerate, certo, muovetevi, siate anche ascetici quando è necessario, ma portate come un segnacolo in vessillo, non come una bandiera a mezz’asta, la vostra chiattaggine. Denunciate lo stolto che vi fa insultati e quando potete rispondete come il nobile siciliano a chi gli dava di puppo: barone mi disse.

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.