Turchia, il presidente Erdogan durante le celebrazioni per l'anniversario della battaglia di Gallipoli (foto LaPresse)

L'islam con Erdogan lancia la sfida demografica all'Europa delle culle vuote

Giulio Meotti

“Fate cinque figli, il futuro dell’Europa è vostro”. Così ha parlato il presidente turco Erdogan. Una dichiarazione di conquista demografica che fa eco a quella dell’algerino Boumedienne nel 1974 all’Onu: “Il ventre delle nostre donne ci darà la vittoria”.

“Fate cinque figli, il futuro dell’Europa è vostro”. Così ha parlato il presidente turco Erdogan. Una dichiarazione di conquista demografica che fa eco a quella dell’algerino Boumedienne nel 1974 all’Onu: “Il ventre delle nostre donne ci darà la vittoria”. E l’imam Qaradawi, guru della Fratellanza islamica, ha parlato della natalità islamica come il mezzo per la “conquista non violenta dell’Europa”. Escatologia islamica, ma con notevoli fondamenta. Specie perché questi leader musulmani la coltivano nel seno di una Europa che ha smesso di fare figli. Italia, Grecia, Spagna, Germania, Portogallo e tutto l’est Europeo versano in condizioni demografiche disastrose, con appena un figlio a coppia, con l’equilibrio fra morti e nascite già compromesso da tempo e prospettive di declino demografico nei prossimi venti-trent’anni che farebbero impensierire anche l’ultimo degli edonisti.

“La religione vince sempre alla fine – non foss’altro che per motivi semplicemente e brutalmente demografici”, ha detto lo scrittore francese Michel Houellebecq. Oggi, milioni di musulmani vivono all’interno dell’Unione europea e il loro numero, stando alle ricerche più serie, arriverà presto a costituire almeno il 15 per cento della popolazione totale della Ue. In un saggio per il Washington Quarterly, Timothy M. Savage dell’Ufficio di analisi europea del Dipartimento di Stato americano ha stimato che l’Europa sarà al 20 per cento musulmana entro il 2050. Docente alla Princeton University negli Stati Uniti e uno dei più noti esperti del mondo islamico, Bernard Lewis in un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt aveva dato l’allarme già nel 2004: “L’Europa sarà parte dell’Occidente arabo, del Maghreb. Questo lo desumiamo dalle migrazioni e dalla demografia. Gli europei si sposano tardi e non fanno figli o ne fanno pochi. L’immigrazione invece è forte: i turchi in Germania, gli arabi in Francia, i pakistani in Inghilterra. Si sposano presto e fanno tanti figli. Stando alle tendenze attuali, l’Europa avrà maggioranze musulmane nella popolazione, al più tardi per la fine del XXI secolo”. Il compianto Fouad Ajami, direttore del programma di studi del Medio oriente presso la Johns Hopkins University, gli rispose che l’islam in Europa non doveva essere maggioranza, gli bastava dominare grandi città e regioni, come avvenne durante la dominazione moresca della Spagna. Erdogan guarda questa povera Europe infertile che invecchia. E si compiace.

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  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.