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Imbarazzo per "Oceania", litania femminista che non fa onore alla Disney

Mariarosa Mancuso

Finalmente una ragazza tosta, dicono. Finalmente una che va “dove la porta il cuore” (copyright Susanna Tamaro, c’è pure la nonna con i fiori tra i capelli). Intendendo che non aspetta il principe azzurro. Preferisce navigare (anche se navigare non sa)

“Hai un vestito e un animale per aiutante, sei una principessa”. E’ la diagnosi di Maui, obeso semidio del folklore hawaiano, quando vede Moana. La signorina fabbricata dalla Disney per farla finita con le coroncine sbrilluccicanti e gli abiti da favola da noi si chiama Vaiana, onde non ingenerare confusione con la pornostar (e santa, all’italiano il mix piace). E il film si intitola “Oceania” (non c’era nulla di meno stuzzicante?). Sentirete che disastro succede con i numeri musicali. Li avrà anche scritti Lin-Manuel Miranda, il genio che sta dietro al rap-musical “Hamilton” (i padri degli Stati Uniti con un cast che Donald Trump non approverebbe), ma in traduzione sono imbarazzanti. Per la metrica – in fondo basterebbe contare le sillabe, più di tante non ce ne stanno ed è inutile insistere. E per i concetti, inneggianti all’autarchica purezza: “Il nostro popolo ha la sua identità / noi tutti sappiamo chi siamo”.

L’imbarazzo cresce con la litania femminista. Finalmente una ragazza tosta, dicono. Finalmente una che va “dove la porta il cuore” (copyright Susanna Tamaro, c’è pure la nonna con i fiori tra i capelli). Intendendo che non aspetta il principe azzurro. Preferisce navigare (anche se navigare non sa). Parla con le onde dell’oceano (che all’occasione fa da aiutante magico). Battibecca con il ciccione di cui sopra, il semidio che ha la propria storia scritta nei tatuaggi, menzogne da gradasso comprese, e cerca un amo miracoloso che gli consente di trasformarsi in qualsiasi animale (stavolta non ci sarà bisogno di scovare fotogrammi sconci con il fermo immagine: l’amo si staglia in tutta la sua prestanza nel cielo). Figlia del capo – ciccione e squadrato pure lui, ma lì non dovrebbero condurre una vita sana cibandosi di pesce fresco e noci di cocco? – quindi principessa per diritto di nascita.

 

Non potrebbe la Disney fare bene i film, che al resto ci pensiamo noi? E potrebbero le femministe non farsi imbeccare dall’ufficio stampa della Disney, guardando invece il film? Magari, guardarne anche altri dove le femmine sono meno strombazzate ma più interessanti. Per esempio, la coniglietta poliziotta di “Zootopia”, che frequenta la scuola di polizia tra aspiranti agenti molto più grossi di lei. Andando indietro, l’elenco delle ragazze Disney che ci piacciono è lunghissimo. Viva la Sirenetta, viva Elsa di “Frozen” (con il suo record d’incassi che “Moana” – o “Oceania”, o come volete chiamarlo – quasi certamente supererà), Viva “La Bella e la Bestia” (il vecchio a disegni animati, non il nuovo live action con Emma Watson ex Hermione). Viva Rapunzel con la sua lunga treccia. Viva la principessa nera e jazz – ma con diadema in testa – di “La principessa e il ranocchio”.Tutte meglio del compitino femminista (ecologico e new age, pure) – appassionante solo quando arrivano i minions-noci di cocco.

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