Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ieri in visita alla Sinagoga di Roma (foto LaPresse)

L'orrenda “sceneggiata” di Lotito e la menzogna politica che attecchisce più di un adesivo

Giulio Meotti

Indegne le parole del presidente della Lazio. Ma contro gli ebrei se ne vedono tante e più gravi

Roma. La giornata iniziata con l’annuncio della lettura nei campi da calcio del “Diario” di Anna Frank è finita con la frase orrenda di Claudio Lotito. “Il vice rabbino ci sarà? Solo il rabbino c’è? Non valgono un c... questi. Tu hai capito come stamo? Famo ‘sta sceneggiata....”. Il presidente della Lazio parlava così prima della visita alla sinagoga di Roma, dove di lì a poco avrebbe deposto una corona di fiori sotto la lapide commemorativa delle vittime dei deportati, prontamente gettata poi nel Tevere dalla comunità ebraica.

 

Purtroppo, di “sceneggiate” contro gli ebrei ne vediamo ormai tante in Italia e sono quasi sempre più gravi degli adesivi col volto di Anna Frank, ma mai degne dello stesso coro unanime di condanne e sussiego.

  

 

 

Si va dai deputati 5 stelle che hanno definito il sionismo “una piaga” alle tante sale comunali concesse per la proiezione del film “Israele - Il Cancro” e al Campidoglio attrezzato per il boicottaggio dello stato ebraico, passando per i funzionari dell’Università islamica d’Italia che invocano una “soluzione finale per i sionisti” e i rappresentanti di Fatah accolti alla Camera nonostante sostengano la “lotta per abbattere il regime sionista di apartheid”, fino all’Anpi che invita i palestinesi al 25 aprile rinunciando alla Brigata ebraica, l’Università di Torino che per prima ha votato ufficialmente una mozione di boicottaggio di Israele sostenuta a maggioranza dal consiglio degli studenti e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che concede la cittadinanza onoraria a Bilal Kayed, un terrorista palestinese che ha trascorso quattordici anni nelle carceri israeliane.

 

Domani ne vedremo un’altra di queste sceneggiate. Si tratta di una giornata a Pistoia nell’ambito della “capitale italiana della cultura”. L’appuntamento è all’auditorium Terzani, dove si terrà il convegno dal titolo “Il colonialismo italiano in Libia e quello israeliano in Palestina. Analogie e differenze”. Non soltanto si dà per scontato il “colonialismo israeliano”, ma lo si accosta al colonialismo fascista in Libia. Una delle relazioni a Pistoia verterà sul “progetto sionista di colonialismo d’insediamento in Palestina”, che durerebbe dal “1895” protraendosi fino al 2017. Non si parla dunque dei territori presi da Israele nel 1967, ma dell’arrivo dei primi ebrei nell’allora Palestina sotto dominio ottomano. Nel 1895 uscì, infatti, il libro “Der Judenstaat”, lo stato ebraico di Theodor Herzl.

 

L’iniziativa gode del patrocinio di amministrazioni pubbliche. Tra le varie associazioni che sostengono l’evento compare “Pistoia Toscana Capitale Italiana della Cultura 2017”, ma anche il Centro studi per la scuola pubblica, un ente accreditato per la formazione del personale della scuola. Per l’evento contro Israele viene specificato che ci sarà il rilascio di crediti formativi professionali per gli insegnanti che parteciperanno all’incontro, ai quali si riconosce il “diritto” a farsi sostituire in caso di presenza all’evento”. Partecipare a iniziative che accostano il colonialismo in Libia allo stato ebraico è dunque oggi valido ai fini della carriera e costituisce pure orario di servizio.

 

Sceneggiate più gravi delle orrende maglie con Anna Frank realizzate da un ragazzino di tredici anni. Questa è delegittimazione e demonizzazione, è odio e ostracismo, è la menzogna politica. E quella attecchisce più di un adesivo.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.