Foto LaPresse/Chiara Rossi

A Roma tornano i centurioni

Redazione

Sospesa l'ordinanza di Virginia Raggi che vietava la loro presenza nel centro della città. Il Tar riammette anche i risciò 

I centurioni sono tornati. Non i vecchi comandanti dell'esercito romano, ma quelli acchiappa turisti nel centro di Roma. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha sospeso l'ordinanza del sindaco Virginia Raggi che dallo scorso dicembre vietava la loro presenza nel centro storico.
È “salva” quindi la stagione primaverile e quella estiva, piena di turisti, fin quando il Tar non discuterà nel merito della questione nell'incontro fissato per il 6 dicembre, dove deciderà le sorti dei centurioni.

 

Il ricorso contro l'ordinanza del sindaco è stato presentato da dieci persone costituite nella cooperativa sociale Smartjob. Come ha spiegato il legale che ha seguito la causa, l'attività dei centurioni è assimilabile a quella degli artisti di strada a cui è consentito esercitare la propria attività. L'ordinanza sospesa disponeva invece “il divieto di qualsiasi attività che preveda la disponibilità ad essere ritratto come soggetto in abbigliamento storico (ad esempio come centurioni) in fotografie o filmati, dietro corrispettivo in denaro”.

 

“Il Comune di Roma - spiega l'avvocato - avrebbe dovuto adottare la disciplina organica di regolamento che invece, da accertamenti effettuati dal tribunale amministrativo, non è risultata neppure iniziata”. Lo stesso motivo per cui potranno tornare in strada anche i risciò, espulsi dalle strade centrali della città con la stessa ordinanza, nel punto in cui vietava “di svolgere qualunque attività assimilabile al trasporto pubblico od individuale di persone con velocipedi a tre o più ruote anche a pedalata assistita dotati di un motore ausiliario elettrico”.

 

La strada che si apre adesso è il ricorso in appello del comune di Roma, che in alternativa potrebbe invece adottare una disciplina organica della materia, come suggerisce il Tar nella sentenza. Anche perché non ricorre più una situazione di emergenza – come può essere stato l'anno giubilare nel 2016 – e un provvedimento straordinario come l'ordinanza non può più essere considerato uno strumento valido per legiferare in materia.

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