Sì del Senato al reddito di inclusione contro la povertà assoluta

Redazione

Aiuti a circa 400mila famiglie in difficoltà sulla base dell'Isee. Il sostegno economico sarà elevato da 400 a un tetto massimo di 480 euro. Le opposizioni critiche, per il M5s è "una misura ipocrita" 

Con 138 voti favorevoli, 71 contrari e 21 astenuti, il Senato ha approvato il disegno di legge delega per il contrasto della povertà, nonché il riordino delle prestazioni assistenziali e dei servizi sociali. Dopo il sì della Camera del 14 luglio scorso, dunque, adesso la responsabilità passa al governo per il decreto di attuazione da adottare entro sei mesi. Il cosiddetto reddito di inclusione è una misura di contrasto della povertà assoluta. A beneficiare di quello che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha definito “un passo storico” saranno circa 400mila nuclei familiari con minori a carico, pari a 1,77 milioni di persone. Poletti ha spiegato che le risorse stanziate sono di 2 miliardi per il 2017 e altri 2 miliardi per il 2018.

Beneficiari in via prioritaria saranno anche le famiglie con figli disabili gravi, donne in gravidanza e disoccupati over 55. Attualmente il sostegno per l'inclusione attiva (Sia) è di 400 euro, con il reddito di inclusione (Rei) che sarà aumentato fino a 480 euro estendendo i requisiti sulla base delle risorse aggiuntive che affluiranno nel fondo, senza dimenticare potenzialmente i fondi strutturali europei per l'erogazione di servizi specifici. Tra i requisiti, dopo la valutazione economica sulla base dell'Isee, sarà prevista la “durata minima di residenza nel territorio nazionale”.

Il premier Paolo Gentiloni scrive su Twitter che si tratta di “un passo avanti per venire incontro alle famiglie in difficoltà” e che “l'impegno sociale è una priorità del governo”.

Le opposizioni però muovono alcune critiche. Nello specifico, l'Isee è “un indicatore inadeguato a rilevare il disagio sociale e le risorse del ddl sono assolutamente insufficienti: per contrastare la povertà relativa occorrerebbero 15 miliardi, per sostenere 4,5 milioni di poveri assoluti sarebbero necessari 8 miliardi e il ddl ne stanzia uno. Il ddl consente di erogare un sostegno di circa 400 euro soltanto a un terzo delle famiglie in povertà assoluta”. Il M5s, invece, reputa il reddito di inclusione “una misura ipocrita” in quanto “un'autentica misura di contrasto della povertà è il reddito di cittadinanza, che ha le coperture necessarie e interviene anche sul versante delle politiche per l'impiego”.