La premier britannica Theresa May (foto LaPresse)

La lista dei parlamentari libidinosi fa tremare Londra

Paola Peduzzi

Le conseguenze parapolitiche, nel Regno dei capricci, delle molestie sessuali a Westminster

La molestia sessuale è “endemica” a Westminster, ha detto Caroline Edmondson, ex assistente del sottosegretario per il Commercio internazionale Mark Garnier, diventata celebre negli ultimi giorni perché il suo capo la chiamava “sugar tits” e la mandava a Soho a comprare dei sex toys (due vibratori, uno per la moglie e uno per una collaboratrice: Garnier ha dato i soldi alla Edmondson, ed è rimasto fuori dal negozio ad aspettarla). Così fan tutti, anche Stephen Crabb, che lo scorso anno si era candidato alla leadership dei Tory, e che ha ammesso di aver sextato con una diciannovenne che aveva fatto domanda per lavorare con lui (“abbiamo parlato di sesso ma nessuno di quei messaggi era da prendere sul serio”, ha detto Crabb, che era già stato allontanato dallo staff del premier, Theresa May, per un altro caso di sexting). Mentre si trema per il già fragile governo conservatore – la May è accusata di non aver voluto gestire la questione delle molestie, pur essendone a conoscenza: alcuni sostengono che ogni giorno riceva un report sulle molestie in corso, ma che non abbia mai fatto nulla per cambiare le regole né abbia preso provvedimenti – Diane Abbott, ministro ombra per il Labour, dice che non ci sono differenze politiche sul tema: tutti a Westminster fan passare le molestie come una battuta, “è un comportamento che svilisce le donne e che svilisce le istituzioni”. Ci sarebbero almeno quattro parlamentari laburisti sulla lista dei molestatori.

 

Così fanno tutti, e tutti sanno tutto: il copione è uguale in ogni scandalo di harrassment in corso, mentre le liste temutissime prendono forme differenti. Ci sono gruppi su WhatsApp di molte donne: non si conoscono tra di loro, ma hanno tutte un molestatore da segnalare. C’è soprattutto un elenco redatto da alcuni membri degli staff dei parlamentari conservatori: se n’è impadronito Guido Fawkes (il sito gestito dal blogger libertario Paul Staines, un po’ teorie del complotto, un po’ pettegolezzi, un po’ scoop), che a ogni aggiornamento fa tremare Westminster. Vi compaiono al momento 36 nomi, “l’undici per cento dei rappresentanti dei Tory in Parlamento”, c’è chi fa la mano morta appena gli riesce, chi è “costantemente inappropriato” nei suoi rapporti con le donne, chi “ha pagato una donna per farla stare zitta”. Ma pure Guido conferma: ce n’è anche per i laburisti e per i liberaldemocratici, non temete. Il quotidiano Times dice di aver visionato una lista che comprende 40 parlamentari conservatori (c’è anche la guerra delle liste, Guido ha accusato il Times di essere stato omertoso sia riguardo alcuni politici sia riguardo alcuni giornalisti): si chiama “High libido MPs”, le vittime non sono sempre donne, ci sono anche i maschi molestati (si fa con insistenza il nome di una parlamentare in particolare, amante del sesso estremo con più uomini alla volta), e ci sono anche i nomi di figli non riconosciuti.

 

Così fan tutti, tutti sanno tutto, da molto tempo: David Cameron, ex premier, aveva già tentato – scrive l’Evening Standard diretto dal suo amico George Osborne – di costituire un comitato etico interno ai vari gruppi parlamentari per tutelare i dipendenti, ma il suo tentativo era stato bloccato perché, dicono ora molti esponenti politici variamente indignati, le molestie, a Westminster, sono sempre trattate con ironia, come se fossero degli scherzi adolescenziali, peggio ancora: come se fossero la normalità. Ora si aspettano nomi un po’ di peso, l’unico modo – si dice nei gruppi WhatsApp – perché la storia non resti nel sottobosco del Parlamento, da dove non si riesce a fare giustizia. Qualcuno spera in silenzio che nel mezzo dello scandalo, la May sia costretta a un salvifico rimpasto di governo: laddove non possono arrivare i Brexitologi con i loro dossier tecnici, laddove la politica non riesce a trovare una via d’uscita dignitosa al guaio Brexit, magari una palpata o due sex toys possono rivelarsi più decisivi per mettere ordine nel governo inglese dei capricci.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi