Foto di Martin Kraft Segui via Flickr

Quelle piazze pro Europa

Paola Peduzzi

Vivere di rimpianti non si può, e così il cuore europeo si veste d’azzurro e batte (piano) in piazza

Vivere di rimpianti non si può, anche se si è nostalgici cronici, anche se si ha abbastanza tempo a disposizione per perdere pomeriggi assieme ad altri simili altrettanto pentiti a immaginare il mondo come avrebbe potuto essere e non è. “Belle le piazze anti Trump, belle le piazze contro la Brexit, è un peccato che siano arrivate a tempo scaduto”, dice Daniel Röder, un avvocato di Francoforte che ha fondato Pulse of Europe, un movimento europeista che organizza ogni domenica manifestazioni tutte blu con le stelline dorate in alcune città d’Europa.

 

Pulse of Europe, un battito d’Europa, ha iniziato a radunare persone per una marcia in Germania a febbraio e poi piano piano s’è allargato, i numeri non sono enormi – anche se ci sono alcune divertenti discussioni sulle piazze e le loro dimensioni, trend trumpianissimo – ma i sorrisi sono tanti, l’entusiasmo è alto. Il cuore che pulsa è la Goethe Square di Francoforte, dove tutto è cominciato: una piccola marcia per pochi che strada facendo è diventata più piena, più allegra, e che domenica, in vista del voto di domani in Olanda, scandiva: “Blijf bij ons”, state con noi. Qualcuno ha lanciato il cartellone-slogan “Make Europe Great Again” che ora si ritrova anche agli altri raduni, mentre i media tedeschi (che si sono appassionati alla faccenda, loro che a settembre dovranno decidere per che Europa votare ma che per l’intanto gli antieuropei li stanno un pochino arginando) non fanno che raccontare lo spirito di questi incontri sottolineando che il tasso di ingenuità qui non è alto. Lo sanno tutti che l’Europa è piena di difetti, ma il progetto europeo, lo slancio della condivisione, quello resta bello e unico, non lasciamoci spezzettare dai nazionalismi di ogni tipo. E poi, sottolineano i manifestanti, noi non siamo contro qualcosa, non scendiamo in piazza contro Trump o contro la Brexit, siamo qui a favore di qualcosa, in particolare della cenerentola della geopolitica moderna, che deve provare a mettersi il vestito per il ballo senza rovinare tutto prima. “Mancano massimo tre minuti alla mezzanotte”, ha detto un manifestante, consapevole del fatto che di tempo ce n’è poco, l’Europa se l’è già giocato (malamente) quasi tutto.

 

All’inizio delle loro migrazioni i profughi che sognavano l’Europa si avvolgevano nella bandiera azzurra con le stelle a cerchio e ripetevano “freedom freedom”. Noi li guardavamo come se fossero alieni: quale europeo si sognerebbe mai di avvolgersi nella bandiera dell’Ue e gridare libertà? Ora invece anche alcuni di noi stanno scoprendo l’importanza di questo battito, mentre si teme che con le elezioni olandesi o ancor più con quelle francesi il cuore europeo possa smettere di pulsare. Meglio provarci adesso che avere poi rimpianti, questo l’abbiamo capito con la Brexit e ancor più con Trump, anche se ci vorrebbe altro per rianimare l’Europa, dal momento che pure l’iniziale impegno di Bruxelles a riempire il vuoto trumpiano sembra già perduto nelle etichette incomprensibili delle “più velocità” o delle “priorità sociali”, che sono la ragione principale del disamore. Nelle piazze si fa finta di non sentire, è il progetto che conta, è il vestito da ballo che deve essere splendido, non importa come e quando i topolini diventeranno cavalli bianchi.

 

Ma qualcosa non torna in questo primo bilancio di popolo, visto che alcuni paesi sembrano al momento impermeabili al contagio (piccolino) europeista. Si riempiono piazze in tutta la Germania, in un pezzettino di Olanda e in qualche angolo di Francia. Per l’Italia per ora vincono i rimpianti, e i rancori.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi