Ma quale Kevin Spacey, datece er cellulare de Amendola

Maurizio Crippa

Dalla fiction di Mediaset alla petizione su Change.org. Due notizie (purtroppo) vere

Una notizia è vera, l’altra purtroppo pure. In una sciagurata fiction Mediaset hanno fatto vedere un foglietto con il cell di un personaggio, una ex mafiosa: “Non avrai un’altra occasione, ciao Rosy”, più numero. Solo che il numero era di un utente vero, di Domodossola (la città che si cita soltanto per fare lo spelling, se non siete i Fratelli Taviani). E nottetempo hanno iniziato a fioccare le telefonate di gente che voleva una raccomandazione, o forse un provino ad “Amici”, e di gente che diceva: “Rosy Abate, non mi fai paura. Io ti ammazzo”. Insomma un incubo. Che però la dice lunga su come ancora il pubblico prenda le fiction: uguale ai camorristi che sparavano nello schermo delle sceneggiate napoletane. E di come in Italia si curino le produzioni. L’altra notizia è quasi peggio, ma funziona al contrario: dalla realtà alla fantasia.

 

Perché il portale Change.org, specialista in petizioni, ne ha lanciata una nientemeno che a Netflix, chiedendo di non chiudere “House of Cards” ma di sostituire quel porco toccapiselli di Kevin Spacey con Claudio Amendola (sant’uomo, tocca dedurre). Hanno già raggiunto quota 4.500 firme, e ce n’è di peggio che manco i camorristi che sparavano allo schermo. Ad esempio c’è uno che prova a spiegare a Netflix, mica a Canale 5, la sua visione del mondo: “Firmo per una Casa Bianca più coatta”. Niente, non serve: ci sono già riusciti pure senza Amendola. Però dateci il suo cellulare: hai visto mai che sia un porco pure lui?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"