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Il Napoli bello e perdente spiegato bene: dai soldi

Maurizio Crippa

La miglior spiegazione tecnologica l’ha data Sandro Modeo sul Corriere: il City è una squadra al grafene, gioca nel futuro mentre gli altri giocano ancora a calcio. Ma c’è una motivazione più terra a terra

Pep Guardiola è un intellettuale di tutto rispetto, si presenta nel dopo partita con la barbetta ingrigita e la t-shirt sotto il pulloverino, manco fosse della Silicon Valley o un prof dell’Erasmus a Barcellona. Ha fatto i complimenti a Sarri, dopo averlo malmenato 6 a 3 in 180 minuti. Complimenti sinceri, da intellettuale liberal: “Di fronte avevo uno dei più forti allenatori e una delle squadre più forti che ho mai incontrato nella mia carriera”.

 

 

Del resto i due coach si vogliono bene, e Sarri vorrebbe far giocare il Napoli esattamente come le squadre di Guardiola: alla PlayStation. Sarri non è esattamente un intellettuale come Pep, ma la sua squadra gioca benissimo. E qui dunque partono, da una parte, gli sfottò per le squadre che più fanno un bel gioco e più perdono (ogni riferimento al Pd è puramente casuale). Dall’altra, il dibattito un po’ lunare sul perché il City vince e il Napoli no. La miglior spiegazione tecnologica l’ha data Sandro Modeo sul Corriere: il City è una squadra al grafene, gioca nel futuro mentre gli altri giocano ancora a calcio. Ma c’è una motivazione più terra a terra, più materialista nel senso di Carletto Marx. I soldi.

 

Essere l’allenatore della squadra dello sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan ti permette di avere i migliori, e se fai una sostituzione in panchina hai quantomeno un nazionale brasiliano. Se sei al City in difesa hai Stones, se sei al Napoli e si fa male Ghoulam devi mettere Maggio (non Joe DiMaggio, purtroppo). Mettete Guardiola al Chievo, non è detto che vincerà altrettanto. Togliete i soldi a Pep e finirà come Barcellona: non la squadra, proprio la città.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"