Togliere l'Emmy a Caravaggio è stregoneria

Maurizio Crippa

Per una forse palpata di pisello non provata di trent’anni fa, a Kevin Spacey non solo hanno chiuso House of cards, ma l’International Academy of Television Arts & Sciences ha deciso di revocare pure l’Emmy

A Milano c’è una mostra di Caravaggio, molta gente. Si sa che il Merisi Michelangelo, come scriverebbero nei mattinali della Cultura, fuggì da Roma a Malta per un omicidio. Esiste anche un corroborato sospetto che pure da Milano il pluri-attenzionato dalla polizia Merisi fosse fuggito alla volta di Roma in sospetto d’omicidio. E fanno due. Dunque, vogliamo bruciare tutti i suoi quadri? Anche Roman Polanski è un artista fuggitivo (no omicidio: violenza sessuale). L’altro giorno la Cinémathèque Français – dove un tempo si adorava come una reliquia l’Ultimo tango, indifferenti al burro di Maria Schneider – celebrava il Polanski regista, non lo stupratore. Ma un gruppo di femministe protestava come ai tempi belli e la ministra per l’Uguaglianza tra uomini e donne Marlène Schiappa ha detto che l’omaggio a Polanski “contribuisce alla cultura dello stupro”. Che altro dire? Che ieri, per una forse palpata di pisello non provata di trent’anni fa, a Kevin Spacey non solo hanno chiuso House of cards, ma l’International Academy of Television Arts & Sciences ha deciso di revocare pure l’Emmy. Come se togliere un premio all’artista corrispondesse a fare giustizia dell’uomo e del suo passato. Non è soltanto la confusione da primitivi babbei tra la vita e l’arte, a lasciare basiti. E’ che questo è esattamente la Neolingua di Orwell, quell’incubo secondo cui cambiare o cancellare i simulacri e i segni del passato corrisponde al fatto che non siano mai accaduti. Ma questo non è neanche neolingua: è proprio stregoneria.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"