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Non si tira in ballo il Cav. per Weinstein, rosario ci cova

Maurizio Crippa

Considerazioni sul caso del produttore hollywoodiano, senza fare paragoni

Parlare anche qui di Harvey Weinstein, non ce la si può fare. C’è Mariarosa che spiega da par suo la superiorità del produttore hollywoodiano sui figli di Mia Farrow. Per il resto, come il mio amico Giuliano vorrei sposare @lauracesaretti1 che va inondando Twitter di sardonici commenti sulle caste dive, seguiti dall’hashtag #madai. E persino manderei con la fionda un fiore a @lasoncini, per il suo definitivo “ma se gliela tiravano con la fionda?”. Però @lauracesaretti1 è fior di osservatrice politica, ed è strano che le sia sfuggito un illuminante dettaglio. Non c’è stato nessuno, forse manco il Fatto travagliano, forse manco l’ex portaerei delle dieci domande, che abbia buttato lì un paragone, un parallelo, o una battuta tanto per farla con le feste eleganti e le mirabolanti tecniche di selezione (casting, si diceva appunto) del Cav. Niente. Ed è anche vero che “il mio cuore è infranto al pensiero di tutte le donne che hanno sofferto per azioni imperdonabili”, detto da Lady Weinstein, è un brodino ammosciante al confronto del mitico “ciarpame senza pudore”. Ma, politicamente parlando, il silenzio sull’argomento dischiude interessanti scenari. O al ritorno di Silvio Berlusconi e della sua politica cochon non crede più nessuno, tranne forse Giorgio Napolitano; oppure il patto per il governissimo nazareno e golpista l’hanno già firmato davvero. Oppure, attorno ad Arcore, devono aver schierato un milione di polacchi armati di rosario. Ma questo sarebbe troppo, e Dio non voglia.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"