Il ricambio della felicità

Maurizio Crippa

Guardare da un altro punto di vista la vicenda del ricercatore universitario costretto a lasciare la sua carriera per andare a vendere ricambi d'auto

E’ molto amara, molto “non c’è niente che possiamo obiettare”, la lettera, o qualsiasi genere comunicativo fosse, con cui Massimo Piermattei, quarantenne ricercatore universitario – anzi storico dell’Integrazione europea, purtroppo l’iperspecialismo colpisce anche i migliori di noi – ha dato l’addio alla ricerca universitaria e a una carriera accademica mai decollata. La fuga di cervelli, i baronaggi, l’inesistenza dei finanziamenti, la frustrazione eccetera. E soprattutto colpisce la collocazione anagrafica, attorno ai quarant’anni. Che fa di quella generazione, molto più di quelle prima, i babyboomers e fratelli minori dei babyboomers, e forse più di quella che sta arrivando a prendersi il proprio posto ora, la vera generazione perduta italiana. “Smetto quando voglio”, è la chiusa ironica della lettera. Non prima di aver dichiarato che ora, per tirare avanti, farà il venditore di ricambi d’auto. Così a me, e sarà una cazzata, è venuto in mente il ricordo personale, ma il nome non lo farò. Potrei chiamarlo “Culodigomma famoso meccanico”, uno di quegli amici con cui ti siedi sul ciglio della strada a guardare la vita. Lui ha un’officina di auto, appunto. Una bella aziendina, va’. E un figlio che invece, e con profitto, ha voluto studiare Filosofia. Bioetica, addirittura. Poi c’è stata una necessità, è tornato a prendersi in mano l’aziendina. Vende anche ricambi, credo. E poteva fare anche ricerca, in università, ma gli va bene così.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"