Federica Sciarelli (foto LaPresse)

Chi l'ha visto? e “chi è andato a trovarlo”. Analogie

Maurizio Crippa

Che cos’è, un regolamento, quando somiglia a un accanimento?

Non vorremmo proprio noi stare a sottilizzare – nel day after della signora Chi l’ha visto? e della pochade giornalistico-giudiziaria (non troviamo altra definizione) che l’ha travolta come un giro di mazurka – sul fatto che bisogna essere garantisti con tutti, e chi s’è visto s’è visto. Però ci sono dei fatti, che sempre pertengono alla danza folle dei regolamenti e dei codici, e della loro ferrea applicazione. Che sia assurdo indagare Federica Sciarelli per interposto telefono, pochi dubbi. Sul fatto che la colpa di certe derive demenziali dei metodi d’inchiesta dovrebbe sapere bene a chi darla, nemmeno. Ma siccome siamo assolutamente garantisti con la signora Chi l’ha visto?, vogliamo altrettanto esserlo con i protagonisti di “Chi è andato a trovarlo?”. Che sarebbe il titolo perfetto per questa storia, purtroppo una replica. Il Gup di Roma ieri ha rinviato a giudizio ventotto (28) persone, tra i quali molti politici, siciliani e non, giornalisti e altro. Perché? Per essere andati a trovare in carcere a Rebibbia Totò Cuffaro. O meglio, per l’accusa di “falso per le visite”, cioè di aver fatto entrare (di solito la scusa è che un tizio che accompagna il politico o l’autorizzato è un “collaboratore”), persone che non ne avevano titolo a norma di legge. E il regolamento, va dà sé, è il regolamento. Ma che cos’è, un regolamento, quando somiglia a un accanimento? Non per il detenuto, stavolta, ma per i protagonisti di una innocua docu-fiction.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"