Sono inaffidabile io, è inaffidabile Macron o è inaffidabile il Corriere? Test

Maurizio Crippa

Il test “Quanto sei macroniano?” ieri l'ho fatto. Sono risultato “Siete quasi Macron”. E deve esserci qualcosa che non torna

Va bene, era un materiale di riporto dall’Obs e non farina del sacco di Via Solferino, e tutti quei riferimenti a “i nostri antenati erano i Galli” (e non i polli) e a Maria Antonietta invece che a Maria De Filippi avrebbero dovuto mettere sul chi vive. Però io il test “Quanto sei macroniano?” ieri l’ho fatto. Non ho resistito, come le sciure dal parrucchiere. E ho risposto con sincerità a tutte quelle domande passabilmente cretine, tipo “Vedete entrare una persona in un negozio di lusso, una domenica…”, corredata da risposte da scegliere come “Ancora un bell’esempio di economia che funziona”. Oppure: “Nelle vostre cuffie si trova soprattutto…”, con possibile risposta “l’integrale di Aznavour”, che manco Antonia Arslan l’avrebbe scelta. Eppure. Io che morirò andreottiano, più che democristiano; io che sono solidarista popolarista, e passabilmente persino sindacalista; io che, bergogliano impenitente che sono, ho barrato la casella “Chi siamo noi per giudicare” ogni volta che era disponibile (più di una: ah, la fantasia).

 

Io che per quieto vivere detesto il ribellismo delle classi dirigenti, ma mi spaventa pure il tecnocratismo delle classi affluenti, ecco, io sono risultato “Siete quasi Macron”. Al primo colpo. Senza barare. Senza rifare. Lo giuro. C’è qualcosa che non torna. Sono sinceramente convinto che con un figo così all’Eliseo sia iniziata una nuova èra di verità e serietà al potere. Ma se sono quasi Macron io, che forse al ballottaggio mi sarei astenuto come un Mélenchon qualsiasi, anche solo per pigrizia, i casi sono tre: o sono inaffidabile io, o è inaffidabile Macron, o è inaffidabile il Corriere.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"