Ma pure dentro l'olio di palma c'è Twitter? Dibattito

Maurizio Crippa

Ho un account ma lo uso poco perché non ho niente da dire, e se anche se l’avessi, secondo la definitiva lezione di Gorgia Sofista, non è comunicabile

Ho un account Twitter ma lo uso poco. Non perché, come CDB, ritenga che i social media siano responsabili della nascita del populismo. Ma perché non ho niente da dire, e se anche se l’avessi, secondo la definitiva lezione di Gorgia Sofista, non è comunicabile. L’altro giorno il gran @lucianocapone ha twittato un arguto appunto sul fatto che l’odiato plutocrate Soros è ricco esattamente quanto la dolcissima signora Nutella in Ferrero. Per sfotticchiare il suo entusiasta turboliberismo, gli ho ritwitatto: be’, almeno lei fa la Nutella. E lui: ma nella Nutella c’è l’olio di palma! E io: per questo è buona. Sono due giorni che continuo a ricevere like e ritweet di persone (mi pare sia d’uso ringraziare per tanta attenzione) che un po’ rilanciano “ma c’è l’olio di palma” un po’ si schierano con “per questo è buona”. Non penso che esprimere opinioni sui social sia, per partito preso, il male assoluto, e chi lo fa sia fesso. Ma un pensiero mi viene: possibile che ci sia così tanta gente interessata a difendere la Nutella come quint’essenza della vita, nonostante le due palle che ci ha fatto per trent’anni Nanni Moretti? E, peggio ancora, che ci sia davvero gente interessata a discutere dell’olio di palma? Era solo un cazzeggio, ragazzi, niente che possa essere conosciuto o valga la pena di essere comunicato, per attenersi a Gorgia. A meno che pure Twitter contenga olio di palma. Ma, nel caso, il social sarà spalmabile?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"