Foto LaPresse

I vent'anni da struzzo di Harry. Ben spesi, ragazzo

Maurizio Crippa

La bella intervista del principe non ereditario al Telegraph, in cui racconta il tempo passato con la testa sotto la sabbia per non pensare, ma proprio mai, a sua madre, a Diana

Mi prendo una libertà che non dovrei, ma solo perché ieri la magnifica autrice di Cosmopolitics era in vacanza, così mi posso arrischiare a parlare della Royal Family senza sapere niente dei rimbalzi emotivi sul popolo britannico, e degli scarti d’umore sul post Brexit connaturati agli sbalzi d’umore dei reali. Però l’intervista (trenta minuti di chiacchierata) del principe non ereditario Harry al Telegraph, in cui racconta di vent’anni passati con la testa sotto la sabbia come uno struzzo, per non pensare, ma proprio mai, a sua madre, a Diana, che morì quando lui ne aveva dodici, è bella. Non struggente, no. Sincera. L’intervista consapevole di un giovane adulto che ha fatto una fatica tremenda. Come non può che essere. “Rifiutare anche solo di pensare alla mamma. Perché ti può aiutare? Ti fa solo stare male, non la riporta indietro”. Non che non ti può aiutare, no che non la riporta indietro. Così “sono stati vent’anni di pensiero cancellati, averla persa mi ha portato al rifiuto totale delle emozioni”. Poi ha fatto boxe, è meglio dare pugni, poi l’ha aiutato la terapia psicologica, senza guantoni. Ora per ricordare sua madre dice “kindness, compassion and service”. Che, a tradurlo per il senso che ha, ti verrebbe da dire: poi passa, ragazzo. Passa.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"