Augusto Minzolini (foto LaPresse)

Buon Sant'Egidio, Minzo

Maurizio Crippa

Minzolini, dopo il voto sulla decadenza, ha annunciato le sue dimissioni. Ha chiesto di poter andare ai servizi sociali alla comunità di Sant’Egidio. E l’ha spiegato con belle parole

Non ho mai pensato di scrivere di Augusto Minzolini. Un po’ perché i famosi sei gradi di separazione in questo caso sono dodici, o diciotto. Non ho mai avuto un’opinione su Minzolini. Mi sembra simpatico. Tutta la sua vicenda non giornalistica, diciamo, mi è sempre sembrata fuffa, mediatica e politica, insomma tutto tranne che penale. Epperò. Minzolini, dopo il voto sulla decadenza, ha annunciato le sue dimissioni, “sono una persona seria”. E vorrei vedere chi voglia negargli il diritto di dirlo. Ovviamente c’è chi dice che tanto verranno respinte, ma siamo sempre e solo nell’ambito della fuffa. Epperò, appunto. Minzolini ha chiesto al Tribunale di sorveglianza di poter andare ai servizi sociali alla comunità di Sant’Egidio. E l’ha spiegato con belle parole: “Quando andavo al liceo c’era l’associazione Raggio, da cui poi è nata Sant’Egidio, che lavorava lì e mi è rimasta in testa. Ho già fatto volontariato con loro quest’inverno tra i senza tetto quando c’è stata l’ondata di freddo. Adesso hanno bisogno di aiuto con gli anziani”. C’è chi ha storto pure il naso, eccolo l’ipocrita buonista, potete immaginare come ragiona certa gente. E invece va così, e non è male e non c’è male. Non mi azzarderò a dire che è una bella scelta lontano dal baccano, come un Dylan che ritira il Nobel in privato. Buon lavoro.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"