Winslow Homer - The Country School

Una domanda al prof. Cassese sulla “buona scuola”

Maurizio Crippa

C’è un aspetto che non mette in luce, e sarebbe utile che, con la sua competenza, volesse tornare ad occuparsene

Sul Foglio di ieri il professor Sabino Cassese, eccellente conoscitore della macchina amministrativa dello stato, ha espresso opinioni notevoli sul marasma nel quale sembra sul punto di ri-precipitare la scuola italiana, segnatamente per quel che riguarda la funzione docente. Ha detto cose ineccepibili: “Assisto con stupore alla formazione di un nuovo diritto, quello di lavorare sotto casa”. Esiste uno “squilibrio insegnanti-studenti: i primi provengono per quasi l’80 per cento dal sud, i secondi sono solo per quasi il 40 per cento al sud. Di qui nascerebbe l’esigenza di trasferirsi al nord per molti insegnanti. I quali, in molti, invece, trovano ogni scusa, buona o cattiva, per non prendere servizio”. La scuola, ha detto, esiste per insegnare, non per assegnare posti di lavoro. Inoltre: “Mi stupisce anche la velocità con la quale si sono voltate le spalle ai programmi e alle leggi del governo Renzi… La ‘Buona scuola’ prevedeva altri metodi”. C’è però un aspetto che Cassese non mette in luce, e sarebbe utile che, con la sua competenza, volesse tornare ad occuparsene. Lo scandaloso valzer dei ricorsi, eccetera, non è stato scardinato dalla riforma. Quegli abusi reali, al momento, fanno ancora parte della pletora di nicchie legali che regolano il pubblico impiego. Per riformare la scuola si sarebbe dovuti partire dalla funzione pubblica, dai concorsi. Aver detto che i presidi sono diventati “manager”, e invece sono ancora e soltanto funzionari, era una fake news. Che ne dice, professore?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"