Virginia Raggi (foto LaPresse)

Come farsi aiutare da Google a dire “oca” alla Raggi

Maurizio Crippa

La giunta della sublime sindaca ha approvato il “codice di comportamento dei dipendenti di Roma Capitale”

Come si dica in romanesco, stretto o in versione basic, “take a thief to catch a thief”, non sapremmo dirlo e forse non lo sa nemmeno Virginia Raggi. Come si dica “whistleblowing”, pure lo ignoriamo. Ma a occhio e croce “fischiettare”, in italiano e tanto più nella capitale della pubblica trasandatezza, significa qualcosa di differente di quel che pensano gli anglosassoni. Ciò non ha impedito, in mezzo a tutte le priorità che l’Urbe avrebbe, alla giunta della sublime sindaca di approvare il “codice di comportamento dei dipendenti di Roma Capitale”, in ottemperanza al decalogo dell’Anac del dottor Cantone. D’ora in poi “i 23 mila colleghi di Marra” (cit.) avranno l’obbligo di “avvisare tempestivamente il proprio superiore gerarchico su eventuali segnalazioni di rischio o di illecito” e riferirne “in forma scritta” al direttore apicale. Con l’anonimato previsto dalla legge, ovvio. Ma forse farà fede pure l’irresponsabilità giuridica garantita dal Sacro Blog. I dirigenti avranno la responsabilità di vigilare sul rispetto delle misure per la prevenzione e il contrasto della corruzione. Che è un bel mot d’esprit, nel regno di Raggi. C’è il divieto di parlare con i giornalisti: ma questo è probabilmente un riflesso pavloviano dell’estensore grillino. Magari, i dipendenti capitolini potrebbero anche utilizzare, per orientarsi, i suggerimenti che appaiono sui suggerimenti della tastiera dell’iPhone. Pare sia un fake che se si scrive “Vesuvio” l’iPhone risponda “lavali”. Però, se scrivi “Campidoglio”, magari esce davvero: “Oca”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"