La scorsa edizione di Sanremo 2016 (foto LaPresse)

Se Sanremo è gentiloniano, a che serve più la Consulta?

Maurizio Crippa

Osservandolo con spirito diciamo previsionale, il Grande Show della Nazione spiega più cose di un editoriale di Stefano Folli

Spiace soltanto che il Sanremo delle meraviglie andrà in onda a febbraio, quando la Consulta avrà già detto la sua sulla durata del governo Gentiloni (di questo si tratta, vero?). Perché, osservandolo con spirito diciamo previsionale, il Grande Show della Nazione spiega più cose di un editoriale di Stefano Folli. Gli scambi e prestiti (“contaminazioni”, si diceva ai bei tempi che Freccero si occupava di televisione) tra conduttori e ospiti non sono novità: per un ventennio hanno fatto da termometro vuoi dello strapotere di “Rainvest”, vuoi degli inciuci, vuoi, da ultimo, dei Nazareni. Ma nell’anno di grazia 2017 il salto di qualità è, come piace dire ai giornalisti, “esponenziale”. E non è più solo Rai-Medieset, canone incestuoso di tutti gli inciuci. Già la grama (televisivamente parlando) notte di San Silvestro aveva visto l’inedito: il brindisi a reti unificate tra Gigi D’Alessio-Mediaset e Amadeus-Rai. Poi c’è stato l’annuncio di Bloody Mary De Filippi sul palco con Carlo “Pippo” Conti, a sancire che esiste ormai un solo canale-arco costituzionale. Infine l’annuncio, probabile ma soprattutto plausibile, del passaggio in Riviera di Maurizio Crozza, l’uomo che fu Cairo Communication e sarà Discovery: il terzopolismo tv di ogni futuro. Manca (per ora) solo Sky. E dite voi se non è il più gentiloniano dei Sanremo possibili, per la Rai più gentiloniana che c’è. E’ il tutti dentro, è la responsabilità nazionale, è il proporzionale puro. L’unico che manca è Renzi, e la Consulta dica quel che vuole.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"